Pubblicato dalla Firenze University Press, il libro scritto da Massimo Carta contiene un lungo resoconto delle esperienze ecomuseali condotte dall’arch. Aldo Summa (componente dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” di Maruggio (Ta)) nei Comuni di Neviano (Le) e San Vito dei Normanni (Br). Sono altresì contenuti riferimenti al progetto “Vox Loci. La parola agli abitanti” sviluppato dall’arch. Summa e dal dott. Gianpaolo Pisconti (presidente dell’A.P.S.) nei Comuni di Galatone e Tuglie, in provincia di Lecce.
“Il filo rosso che percorre questo libro è la riflessione su varie rappresentazioni iconografiche costruite in occasione di esperienze di ricerca e durante la redazione di alcuni strumenti di pianificazione alle varie scale. Una particolare attenzione alla struttura dei processi redazionali, alcune schematizzazioni metodologiche esemplificative e il tentativo di riportare adeguatamente le legende delle carte, vogliono restituire quella centralità che la produzione di immagini ha avuto nell’esperienza che si racconta, e il ruolo importante che esse assumono nel progetto di territorio. In tal senso, questo è un libro illustrato, attraverso i prodotti della ricerca e dell’attività operativa di gruppi spesso ampi ed articolati, al lavoro sulla costruzione e organizzazione della conoscenza sui contesti locali, nel tentativo di delineare regole e scenari per un futuro sostenibile. Rappresentazioni diverse per metodologie e scale di redazione, destinatari, finalità, divengono occasione per trattare argomenti centrali della disciplina, quali la necessità di esplicitare interpretazioni e restituire le qualità dei contesti, l’esigenza di costruire collettivamente e dal basso visioni condivise, la necessità di rendere gli elaborati adatti a svolgere efficacemente compiti regolativi variamente modulati. Un percorso non orientato necessariamente all’innalzamento della qualità iconografica delle immagini, ma piuttosto al consolidamento e all’affinamento dei linguaggi, oltre che al raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle potenzialità, e certo anche dei limiti, di questi tipi di prodotti disciplinari”.
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