Racconto della prima escursione guidata sulle Dune di Campomarino. Le parole di Katia e le foto di Ada

Oggi 17/07/2015, nonostante il clima caldo-umido, caratterizzato dalla nostra zona, data la vicinanza al mare, ci siamo piacevolmente ritrovati per il percorso che in collaborazione con l’associazione Play your place di Maruggio abbiamo denominato “Scopri le Dune”

Da piccola, mi capitava spesso di ammirare dal finestrino dell’auto i cumuli di sabbia che caratterizzavano il nostro litorale, così come le enormi torri che padroneggiavano la costa, chiedendomi spesso, chi mai avrebbe potuto abitarci.

Ebbene, dopo aver lasciato le auto nel parcheggio di Torre Moline, nel territorio di Maruggio, terra dei templari e cavalieri di Malta, abbiamo avuto il piacere di scoprire e immaginare la storia di un tempo, raccontata dall’Architetto Aldo Summa, dando così molte delle risposte alle nostre domande e curiosità, che mi piacerebbe raccontare.

Siamo partiti dalla storia delle torri costiere, le tre torri, risalenti più o meno al XV secolo: 1 TORRE OVO o dell’Ovo, situata sul monte dell’Ovo, nonostante la sua posizione geografica nei pressi della marina di Torricella, amministrativamente appartiene al comune di Maruggio; 2 TORRE DEI MOLINI e 3 TORRE BORRACO, un tempo anch’essa appartenente al comune di Maruggio.

Queste torri costiere venivano costruite come torri d’avvistamento, per evitare le invasioni nemiche saracene. A differenza delle coste basse e sabbiose, la presenza di coste alte e frastagliate, ha fatto sì che le torri fossero costruite ad una distanza di circa quattro miglia tra loro, per meglio difendersi , dal momento che il nemico approfittava delle rocce alte per posizionarsi e nascondersi al di sotto.
Ogni torre è costruita su due piani: al di sotto c’era la zona cisterna, riserva d’acqua e attraverso una scala solitamente esterna, abbastanza visibile nell’attuale torre Borraco, si accedeva all’appartamento superiore, dove si svolgeva la vita giornaliera. Le torri hanno base quadrangolare, a forma tronco piramidale, costituite da caditoie (torre Moline ne è sprovvista) al centro delle quali c’erano delle fessure rettangolari, che venivano usate probabilmente per attaccare i nemici dall’alto.

Dopo aver ricevuto non poche nozioni storiche sugli edifici costieri, di cui spero avere fatto un sufficiente sunto, abbiamo cominciato ad incamminarci, addentrandoci lungo la zona protetta delle dune di Campomarino.
Alla domanda che da sempre mi sono chiesta, come mai esistono le dune, a cosa mai potrebbero servire … finalmente ho avuto risposta ed ho conosciuto la loro vera utilità.

Le dune sono determinate dall’azione eolica, cioè dei venti, che spostano i sedimenti sabbiosi, i quali, una volta trovata una certa vegetazione, (piante pionere) si fissano e stabilizzano creando questi cumuli di sabbia.
Nonostante spesso possano sembrare solo cumuli ingombranti, le dune sono importanti non solo per l’ecosistema, proteggono dal sole, ma anche perché proteggono l’entroterra dagli agenti marini e dalla salsedine e servono a ripristinare le spiagge, dal momento che le mareggiate invernali le dimezzano quasi del tutto.
Solo ora capisco quanto l’uomo abbia ecceduto nell’appropriarsi della naturalità delle coste e rifletto su quanto l’aumento delle concessioni demaniali, per strade, edifici, parcheggi, possa invece aver incrementato da un lato il turismo balneare, ma dall’altro bloccato seppur in parte il sistema vitale delle nostre spiagge.

Lungo il percorso, immersi tra i profumi della macchia mediterranea, potevamo ammirare la costa, il porticciolo e torre Moline alle nostre spalle e davanti ai nostri occhi , una immensa distesa di macchia mediterranea, caratteristica delle dune, una macchia bassa, fatta di arbusti e cespugli impenetrabili denominata gariga, in cui queste chiazze di bassi cespugli si alternano alle rocce (più verso il litorale) o al terreno nudo costituito per lo più da sabbia.

Immersi tra gli odori del timo, rosmarino, del ginepro e un ampia varietà di piante che man mano ci venivano spiegate, il percorso era delimitato da gradini e staccionate di legno, pronte a proteggere quel territorio finalmente riconosciuto e tutelato come patrimonio paesaggistico, caratterizzato dalla presenza del lentisco, dei bellissimi fiori bianchi del giglio marittimo, quasi nel periodo di coda della fioritura, della malva, del finocchio selvatico e di quello marittimo lungo le rocce.

Il ginepro però la faceva da padrone, con la sua presenza maestosa, negli ampi cespugli e profonde e grandi radici che fuoriuscivano dal terreno, talmente profonde da poter raggiungere il livello della falda acquifera. Abbiamo imparato che il ginepro svolge un’importante azione nel trattenimento e consolidamento del terreno, proprio grazie al suo apparato radicale tanto esteso (in orizzontale), aiutando l’insediamento di specie meno resistenti ad ambienti ostili.

Quasi a voler semplificare la conoscenza, ai due lati di un sentiero sabbioso ci attendevano i cespugli del ginepro comune, con le sue bacche di color rosso intenso, e il ginepro coccolone, con le sue bacche di color grigio-verde.
Tra i vari rimedi medicamentali delle piante c’è stato spiegato riguardo al ginepro che il legno del suo arbusto viene usato per la produzione delle matite e che , tramite un processo di distillazione, le bacche vengono usate per fare alcuni liquori, il GIN per esempio.

Proseguendo ancora per i sentieri, abbiamo per un attimo lasciato il percorso naturalistico delle dune per avviarci verso la spiaggia della zona Monaco Mirante in cui le rocce frastagliate, scalfite dal vento e affacciate sulla spiaggia, facevano da cornice e quasi da paravento ai bagnati che approfittavano del caldo per rinfrescarsi in quella magnifica distesa d’acqua.

Addentrandoci nell’entroterra, sulla via del ritorno, ci siamo soffermati davanti ai canneti che contraddistinguono le zone retro dunali e percorrendo un tratto di terra potevamo ammirare alle nostre spalle, verso destra, la masseria del Mirante con la sua antica chiesa del XVI secolo.

Dopo circa due forse tre km abbiamo raggiunto le macchine dal punto in cui le abbiamo lasciate, soddisfatti del paesaggio appena conosciuto e ammirato e della storia che gli appartiene.

Sfoglia e scarica l’album fotografico di Ada Gioia sull’escursione guidata sulle Dune di Campomarino

Autore: Katia Graps – A.S.D. “Terra Nostra”

> Leggi l’articolo “I Venerdì pomeriggio d’estate: escursioni guidate sulle Dune di Campomarino, a cura di “Play your Place” e “Terra Nostra”

 

Articolo letto in totale 371 volte, di cui 1 visite odierne.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright 2009-2012 PlayourPlace.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *