Dieci statue scelte tra le più significative delle processioni della Settimana Santa in Puglia saranno esposte a Taranto nella mostra «Facies Passionis», i volti della Passione, che si terrà dal 1° al 4 febbraio prossimi nella chiesa del Carmine su iniziativa dell’omonima arciconfraternita tarantina e la collaborazione dell’Arcidiocesi e del Comune.
Le statue giungeranno a Taranto alla vigilia dell’inaugurazione e saranno posizionate in un percorso guidato che sara allestito appositamente nella chiesa del Carmine che, per l’occasione, verrà temporaneamente chiusa alle attività di culto.
La mostra – accesso gratuito dalle 9 alle 22 – vede la partecipazione delle confraternite di Bitonto, Molfetta, Valenzano, Bari, Noci, San Severo, Manduria, Mottola e Taranto. Le statue sono quelle della processione dei Misteri del Venerdì Santo e rappresentano i momenti della Passione di Gesù: l’orto degli ulivi, il calvario, la crocifissione, il sepolcro.
Realizzate prevalentemente in cartapesta, risalgono in molti casi al 1700, 1800 e primi del ‘900 e portano la firma di artisti come Giuseppe Manzo, Salvatore Sacquegna, Gregorio Palmieri e Antonio Maccagnani. Il Gesù Morto di Bitonto, per esempio, è la prima volta che viene portato in un’altra località.
La mostra è stata presentata ieri in una conferenza stampa a Taranto dai priori Antonello Papalia dell’arciconfraternita del Carmine di Taranto, Luigi Sebastiano Lauta dell’arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio e del Purgatorio di Bitonto e dal commissario arcivescovile dell’arciconfraternita del Rosario di San Severo Francesco Lozupone. Presenti anche mons. Marco Gerardo, padre spirituale del Carmine, e mons. Emanuele Ferro, portavoce dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro. All’inaugurazione dell’1, alle 18.30, parteciperanno anche alcuni vescovi delle Diocesi interessate.
I rappresentanti delle confraternite intervenuti hanno dichiarato che “nella mostra “Facies Passionis” di Taranto ci sono molte motivazioni. Anzitutto, la riaffermazione della pietà popolare come pratica devozionale e religiosa delle comunità. Le processioni, le statue, i simboli, non solo come manifestazione pubblica di fede, ma come espressione di una storia, di un vissuto, di una cultura che ancora oggi, a distanza di molti anni, è in grado di parlare al cuore e all’anima di tante persone. L’esposizione – è stato affermato nella conferenza stampa – è una testimonianza di fede resa attraverso le processioni della Settimana Santa, mostra un qualcosa di profondo da parte di città e paesi interessati, ma è anche un elogio e un riconoscimento alla capacità artistica e realizzativa di scultori e cartapestai che hanno raffigurato i volti di Cristo. Intendiamo quindi preservare un patrimonio importante – è stato evidenziato – ma anche saperlo trasmettere nei suoi valori forti. Fare in modo che ci sia continuità, che sempre più persone si avvicinino a questo patrimonio, lo apprezzino, lo rispettino, e valorizzare non le esteriorità ma i suoi contenuti autentici. Quest’obiettivo, partendo dalla mostra, vogliamo condividerlo e farne priorità condivisa. “Facies Passionis” – si è sottolineato – vuole raccontare quel grande momento che è la Settimana Santa e farlo attraverso le confraternite di Puglia, le loro statue, i loro vissuti, i loro protagonisti. Un viaggio in un pezzo di storia della nostra regione con l’obiettivo di evidenziarla nei suoi aspetti salienti”.
Articolo pubblicato su “La Gazzetta del Mezzogiorno”
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