“Play your Place”: la programmazione associativa per il 2015

Per l’anno 2015, l’Associazione di Promozione Sociale “Play your Place. Il luogo in gioco” ha programmato una serie diversificata di iniziative e manifestazioni di interesse pubblico che si intendono organizzare in partnership con altre realtà associative locali e in collaborazione con i tanti simpatizzanti, allo scopo di sensibilizzare, promuovere, conservare e sperimentare.

Durante il PERIODO TARDO PRIMAVERILE E IN ESTATE, sono previsti:

> Workshop “Ricreiamo il Teatro”: laboratorio teatrale destinato ai bambini per mostrare loro il valore del recupero e del riuso dei materiali ed educarli a combattere gli sprechi e a rispettare l’ambiente.
In collaborazione con l’Associazione “La Macchitedda” e l’Associazione Culturale “Teste di Legno”;

> Visite guidate nel centro storico e nelle chiese parrocchiali; passeggiate nel paesaggio alla scoperta delle architetture minori (muretti a secco, trulli, masserie e “casodde”); visite guidate e approfondimenti botanici sulle dune di Campomarino.
I visitatori saranno accompagnati da esperti e Guide Turistiche abilitate dalla Provincia di Taranto.

> Feste rionali de “La Macchitedda – Social Street”: momenti di aggregazione spontanea a cura di un attivo gruppo di residenti, durante le quali sono riproposti i vecchi giochi di strada, sono offerte le prelibatezze locali e si mettono in mostra i talenti nostrani.
Eventi in collaborazione con l’Associazione Turistica “Pro Loco Maruggio” e l’Associazione “La Macchitedda”;

> “Caccia ai tesori di Maruggio”: scoprire la Storia e la bellezza dei beni culturali del centro storico di Maruggio, giocando.

In AUTUNNO:

> Laboratorio sull’arte dell’intreccio e sulla cesteria (“cannizzi” e “panari”). In collaborazione con ARCI “Paisà” di Maruggio;

> Laboratorio sul riconoscimento delle erbe spontanee. In collaborazione con ARCI “Paisà” di Maruggio e altre associazioni locali.

> “Giornata del Camminare”: passeggiata con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sui temi della qualità della vita dell’ambiente, e riscoprire e valorizzare le bellezze dei nostri centri e delle nostre campagne. In collaborazione con l’A.S.D. “Terra Nostra”.

In occasione delle FESTIVITA’ NATALIZIE, tornano i tradizionali appuntamenti nell’ambito del progetto pluriennale “Cultura Arte e Fede” in collaborazione con la Parrocchia “SS. Natività di Maria Vergine” di Maruggio.

> Laboratorio creativo “Costruiamo insieme il presepe”: seconda edizione del laboratorio rivolto ai bambini e ai genitori per imparare le tecniche e realizzare un presepe collettivo;

> “Mostra di Presepi”: quarta edizione del concorso aperto alla cittadinanza con esposizione delle opere presso la Chiesa “S. Maria delle Grazie” (ex Convento) di Maruggio;

> “Mostra dei Santini – Natale”: percorso iconografico attraverso le immaginette sacre a tema natalizio.

Ricordiamo, inoltre, che a breve partirà il “Censimento delle Edicole Sacre di Maruggio”, che vedrà l’A.P.S. impegnata in un lungo e interessante lavoro di ricerca storico-artistica e di devozione.

Per tutto l’anno (e oltre) continueremo a pubblicare i volumi consultabili on-line de “Le Ricette (illustrate) della Tradizione Maruggese”, per riscoprire quelle tradizioni culinarie che corriamo il rischio di dimenticare. Lo staff dell’A.P.S., inoltre, sarà a disposizione degli operatori locali del turismo (ristoratori e gestori di strutture ricettive) per gli “show cooking” a domicilio,laboratori nei quali i partecipanti avranno la possibilità di fare esperienza diretta della preparazione, della cottura e della degustazione delle bontà del posto.

In programma anche:

> Evento per il centenario della Prima Guerra Mondiale/70° della Liberazione, in collaborazione con la “Società di Storia Patria” – sezione Puglia;

Saranno ripresentati al Comune di Maruggio, i progetti didattici relativi al “pedibus”, la progettazione partecipata del giardino scolastico e la lettura partecipata del territorio, che per l’anno 2015 non hanno potuto trovare copertura finanziaria per lo svolgimento presso la locale scuola.

Ovviamente, si aggiungeranno alle citate proposte ogni altra attività si riterrà opportuno organizzare.

Social Street, dove il motore di tutto è il dono

Vi fermo subito. Non sto scrivendo questo post per buonismo natalizio. Dopo un anno di Social street e avendo avuto modo di osservare le oltre trecento social street nate in Italia e nel mondo, mi sento di scrivere queste righe per sottolineare uno degli aspetti predominanti che ne emergono, ovvero la gratuità.

Quando ho iniziato il primo gruppo Social street, provenendo io stesso da una formazione accademica economica, ho pensato subito che le social potessero essere un modo per riattivare l’economia locale, un modo per fare sharing economy e così abbiamo pensato ad esempio di attivare la possibilità di ottenere degli sconti per i residenti che si rivolgevano alla attività commerciali della strada. Andando poi a vedere chi effettivamente utilizzava questi sconti anche in altre social street, ci siamo resi conto che in realtà erano poche le persone che ne usufruivano. Eppure, pensavo, in tempo di crisi l’aspetto economico non dovrebbe essere preponderante? La sharing economy di cui tanto si parla, non dovrebbe essere il cuore delle social street?

Mi sbagliavo, evidentemente le persone avevano bisogno di altro,non era l’aspetto economico il cuore di tutto. Osservando i vari gruppi in Italia mi sono reso conto che in realtà il motore era il “dono”. Cosa spinge Alessandra ad offrire gratuitamente casa sua per un mese a Cristina, la vicina di casa, alla quale ha preso fuoco l’appartamento? Perché Nives apre le porte di casa ai vicini per insegnare gratuitamente a fare la sfoglia? O perché Anna che chiede aiuto ai vicini per montare un mobile Ikea offrendo in cambio lezioni di chitarra, alla fine ottiene subito l’aiuto ma non le viene chiesto la lezione di chitarra in cambio?

Osservare queste dinamiche è molto interessante e come avviene sempre nelle social street, partiamo dalla “pratica per arrivare alla teoria”, teoria che ci riconduce al Saggio sul dono scritto nel 1923 dall’antropologo e sociologo francese Marcel Mauss. Secondo questo autore il dono in realtà crea delle aspettative pur senza garanzia di restituzione, seguendo comunque la logica del dare, ricevere e ricambiare. Su questa teoria si è dibattuto molto ed il filosofo francese Jacques Derrida, ad esempio, ha sviluppato questo pensiero affermando che per parlare realmente di dono, esso non dovrebbe essere percepito come tale né dal donatario né dal donatore, per non rischiare che diventi un dovere.

Ecco, arriviamo dunque al caso delle social street. Gran parte delle interazioni fra i vicini di casa si svolgono con questo meccanismo, aiutare il vicino di casa a fare un trasloco, andarlo ad aiutare ad installare una mensola o regalando quello che si ha in cantina piuttosto che venderlo su eBay, è un modo potente per creare senso di comunità nella strada. Mi ha colpito un post di una signora disoccupata che, avendo tempo a disposizione, offriva gratuitamente lezioni di inglese ai vicini. Agendo in questo modo si lascia la “relazione” aperta e non la si chiude come avviene in tutte le forme di economie (baratto, tempo, denaro) dove comunque c’è sempre un dare e ricevere.

La maggior parte delle piattaforme di sharing economy hanno bisogno di chiudere la relazione in qualche modo, nello spirito del “do ut des”. Per le social street invece questo passaggio non è fondamentale perché la relazione non necessariamente deve essere chiusa per forza nell’immediato con una contropartita, anzi, deve essere approfondita, sviluppata, deve crescere: si producono “beni relazionali” fondamentali per creare senso di comunità ed appartenenza. Come molti hanno scritto social street non ha inventato niente, a pensarci bene queste dinamiche sono innate nell’uomo, pensiamo alla tante tribù in Africa che basano il loro funzionamento su questo sistema. Insomma, questo non ritorno economico, produce comunque un valore, quello di sentirsi parte di qualcosa.

Emblematica la storia della signora Franca, oggi ottantacinquenne, che ha vissuto molti anni in via Fondazza ora trasferita a Trieste dove si sente sola, non ha contatti con nessuno, nemmeno con i vicini di casa. Dopo aver letto della prima social street nata proprio dove lei ha vissuto molti anni fa, esprime il desiderio di tornare. La social street si mobilitò trovandole un appartamento in affitto, organizzando il trasloco… ma alla fine la signora Franca decide di rimanere a Trieste, rimanendo commossa dell’operato della social street e rassicurata nel sapere che in qualunque momento c’è qualcuno pronta ad accoglierla.

Avvertire questo senso di “sicurezza” ha un valore non quantificabile e lo si può scoprire solo attraverso il dono.

Autore articolo: Federico Bastiani

Articolo pubblicato su: “Il Fatto Quotidiano”

> Leggi l’articolo “Da oggi anche Maruggio ha la sua Social Street nel popoloso Rione “Macchitedda”: conoscersi, condividere e collaborare con il vicinato”

La “Macchitedda” in festa per la vigilia dell’Immacolata: “pettole”, calore e sorrisi

Si è svolta sabato 6 Dicembre nel rione “Macchitedda” la seconda edizione della tradizionale “pettolata” per l’Immacolata.
Grande partecipazione di persone per un appuntamento che, ormai, sta entrando nel cuore di tanti maruggesi e non solo!

Grande, soprattutto, il coinvolgimento dell’intero rione: uomini, donne, giovani e nonni, tutti insieme hanno contribuito all’organizzazione dell’evento. Ognuno per ciò che sa fare e tutti animati da un sano spirito di dedizione, hanno collaborato per rendere magico questo evento. È questo, infatti, l’approccio che contraddistingue la “Social Street” nata a seguito del fervore con il quale i residenti operano nel quartiere, al fine di rivitalizzarlo e migliorarlo, partendo dai rapporti di vicinato.

Al calore del grande falò e rischiarati dalle luci dell’albero natalizio addobbato per l’occasione, i tanti maruggesi accorsi a questa bella festa rionale si sono scambiati sorrisi gustando le caldissime “pettole” con le quali si aprono, come da tradizione paesana, le festività. Oltre le “pettole” c’erano anche le gustose polpette, il tutto innaffiato con dell’ottimo vino locale.

Le donne del quartiere, poi, si sono cimentate nella preparazione di leccornie squisite: dolci e torte da gustare un pezzo alla volta o da acquistare interamente.
Chi ha voluto avvantaggiarsi sui regali natalizi ha potuto farlo scegliendo oggetti e piccole creazioni artigianali dei tanti espositori che hanno animato il mercatino.
La festa è stata allietata dalla splendida voce tutta maruggese di Daniela Fusco, accompagnata dalla “Karaoke Live Band”.

Ancora una volta, l’obiettivo dell’Associazione “La Macchitedda” (assieme alla Pro Loco e all’A.P.S. “Play your Place”) è stato raggiunto, regalando a tutti un bel momento di allegria e calore, in tutti i sensi, che ha avvicinato tutti in un’atmosfera elettrica e conviviale.

Di seguito il video realizzato in occasione della prima edizione della “pettolata” presso la “Macchitedda”, svoltasi il 7 Dicembre 2013.

> Leggi l’articolo “Sabato 6 Dicembre: “pettolata” aspettando l’Immacolata alla “Macchitedda” di Maruggio”

> Leggi l’articolo ““Aspettando l’Immacolata” al Rione “Macchitedda” di Maruggio”

 

Da oggi anche Maruggio ha la sua Social Street nel popoloso Rione “Macchitedda”: conoscersi, condividere e collaborare con il vicinato

Considerato l’entusiasmo con il quale il gruppo spontaneo di residenti della zona (poi costituitosi in associazione culturale) ha organizzato alcune interessanti iniziative per rivitalizzare e riqualificare il quartiere, è stato naturale confluire nella rete nazionale (ed internazionale) che raggruppa tutte quelle esperienze nate “dal basso” il cui unico obiettivo è quello di far conoscere tra di loro le persone, come presupposto fondamentale alla condivisione e alla collaborazione per il bene della comunità.

A Maruggio, già da qualche anno, si stanno sviluppando forme di recupero culturale di “vecchi” modi di stare insieme: le feste rionali de “Lu Pizzulu” e de “La Macchitedda” rappresentano il sintomo di una rinnovata voglia, da parte degli abitanti maruggesi, di rinsaldare quei tradizionali rapporti di vicinato, che erano alla base della convivenza solidale e il collante con il quale si riusciva ad aiutarsi reciprocamente per il benessere diffuso.

Ad un occhio attento, questi momenti non sono solo un modo per trascorrere una serata diversa tra balli e degustazioni, ma sono l’indicatore di un bisogno: anche nel nostro piccolo paese si stanno inevitabilmente sfilacciando quei legami tra persone che, invece, saranno fondamentali per tentare di uscire, tutti insieme, dal periodo critico in cui versa la nostra società.

Paradossalmente, il modello di socialità che caratterizzava il vivere quotidiano nei nostri paesi è stato “importato” soprattutto nelle grandi città del nord Italia, laddove sono poche le occasioni nelle quali si può conoscere addirittura il vicino di casa, e di conseguenza difficile intessere rapporti di buon vicinato e neanche immaginare forme di cooperazione o di progettazione per migliorare il posto in cui si vive.

Gli abitanti del Rione “Macchitedda”, allora, si sono incuriositi e nel tentativo di avere delle conferme ai propositi che pure gli aggregano, incappano in questo nuovo fenomeno denominato “Social Street”: dopo essersi documentati e aver contattato direttamente gli ideatori di questo progetto, scoprono di condividerne gli stessi obiettivi e di volerli raggiungere con le medesime proposte!

Di qui all’istituzione di una Social Street anche a Maruggio, il passo è breve ed inevitabile. Da oggi, quindi, la Social Street del Rione “Macchitedda” è ufficialmente inserita tra le tante che si sono aperte in giro per l’Italia e nel mondo!

Cerchiamo di capire che cos’è una Social Street, come nasce, quali sono gli obiettivi e cosa fa per la strada o per il quartiere.

L’idea del “Social Street” ha origine dall’esperienza del gruppo facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna” iniziata nel settembre 2013.

L’obiettivo della Social Street è quello di socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità e conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale.

Per raggiungere questo obiettivo a costi zero – ovvero senza aprire nuovi siti  o piattaforme – Social Street utilizza la creazione dei gruppi chiusi di Facebook. Facebook fa da apripista, smorza la diffidenza, abbassa le difese, il resto lo fa la conoscenza diretta. Con un gioco di parole potremmo dire: da Facebook a “faceback”, cioè al ritorno del “face to face”, il faccia a faccia.

Facebook qui è usato al rovescio. Normalmente serve per mettere in contatto i lontani, qui invece fa entrare in relazione i vicini. Non ha più senso, quindi, nascondersi dietro altre identità, ci devi mettere la faccia!

Sulla bacheca si condividono pensieri e si intrecciano necessità da cui nasce un aiuto reciproco. Per prima cosa si scambiano e condividono informazioni utili per tutti e soprattutto si condivide la propria esperienza per metterla al servizio degli altri, ci si scambia oggetti, si dividono le spese, ecc. Piccoli passi dunque verso un’economia di tipo collettivo, non più fondata sull’individuo, ma sull’interazione tra le persone e sulla comunità di vicinato.

Lo scopo della Social Street, oltre alla socialità, è risolvere piccole problematiche. Il gruppo segue la logica del problem solving: hai un problema? Ti sei accorto che manca il sale grosso mentre stai buttando la pasta? Scrivi sul gruppo e probabilmente il tuo vicino di casa, leggendo, ti verrà incontro. In una Social Street, chiunque abbia bisogno di un’informazione o abbia qualcosa da mettere in comune scrive nella bacheca virtuale. A un certo punto, per regalare la sedia o per prestare il trapano, sei costretto a scendere in strada e a incontrare il vicino.

Una volta stabilito un legame con i vicini si possono organizzare eventi di richiamo culturali, sperimentare modalità di mobilità alternative, creare piccole economie locali, organizzare la pulizia della strada in modo autonomo dove il Comune non provvede, prendersi cura del Bene Comune…

Questi tipi di iniziative richiedono ovviamente più impegno ma quando il gruppo è creato e funziona, si possono realizzare anche progetti più complessi. Nella presentazione che segue sono illustrate alcune iniziative (già messe in cantiere dalla nuova Social Street maruggese), ma le potenzialità sono innumerevoli!

L’invito rivolto a tutti i residenti di via Giuseppe Bonafede e strade limitrofe (se l’idea incontra il vostro favore) è quello  di iscrivervi al gruppo chiuso di facebook “Residenti di Rione Macchitedda – Maruggio – Social Street”.

> Per saperne di più, visitate il sito “Social Street Italia” o diventate amici del gruppo facebook “Social Street Italia”