Aspettando la festa patronale di Maruggio: San Cristoforo tra leggenda e arte

LA LEGGENDA

Nei primi anni dell’era cristiana, nella città di Cana, viveva un giovane alto come un gigante, forte come un toro, che si chiamava Reprobo. Molto orgoglioso delle proprie dimensioni fisiche, il giovane voleva mettersi al servizio del più potente di tutti i re e si mise alla ricerca di un monarca che soddisfacesse questa caratteristica. Finalmente trovò un re potentissimo ed entrò a far parte della sua corte, quand’ecco che un giorno si rese conto che il sovrano aveva molta paura del diavolo. Allora pensò: «Se il mio re teme il diavolo, significa che costui è più potente», e si mise dunque alla ricerca del diavolo. Egli trovò il diavolo nel deserto, si mise al suo servizio, ma ben presto si accorse che il suo padrone temeva e rifuggiva l’immagine di un uomo crocefisso, il Cristo. Chiese dunque ad un eremita dove poter trovare Cristo, dal momento che si era reso conto che costui era ancora più potente del diavolo. «Dappertutto», gli rispose il saggio. «E come faccio a servirlo?», chiese Reprobo. Gli rispose: «Digiunando e pregando». Reprobo obiettò ancora: «Ma io non so fare né l’una né l’altra cosa». L’eremita prese con sé il gigante e lo condusse lungo un torrente impetuoso, che era molto difficile da attraversare e gli consigliò di diventare un traghettatore. Aiutando la gente a superare l’ostacolo del fiume, egli avrebbe servito l’uomo più potente del mondo. Un giorno passò un bambino che chiese di poter attraversare il torrente, ma durante la traversata il fanciullo diventò improvvisamente pesantissimo, un carico quasi insopportabile anche per le spalle fortissime del gigante. Il traghettatore riuscì, comunque, ad arrivare all’altra riva, poi si rivolse al bambini e gli disse: «Per un attimo ho avuto l’impressione di trasportare tutto il mondo sulle mie spalle». E il fanciullo, che in realtà era Gesù Bambino, rispose: «Non soltanto portavi tutto il mondo, ma anche il suo creatore». Da quel giorno Reprobo prese il nome di Cristoforo che significa “portatore di Cristo”.

Testo tratto da: “I Santi nei capolavori della pittura” di Jacques Dusquesne e François Lebrette, Piemme, 2005

L’ARTE 

Sul martire orientale fiorì un culto straordinario in Oriente e poi in Occidente: questo intenso culto ispirò a poco a poco leggende che si arricchirono originando una vasta letteratura per tutto il medioevo. Secondo i sinassari il suo primo nome fu Reprobo: era un forte e vigoroso guerriero appartenente alla tribù degli antropofagi, ma era muto aveva una testa di cane. Così è stato rappresentato talvolta in Oriente, come testimoniano numerose icone nei musei di San Pietroburgo e Sofia. L’iconografia del Santo cinocefalo non è casuale: secondo alcuni studiosi testimonierebbe di un culto nato in aree influenzate dalla cultura ellenistico-egizia. Nella religione egizia, infatti, si venerava un dio, Anubis dal volto di sciacallo, che originariamente era un cane selvaggio. Come il volto di questo dio si sia sovrapposto a Cristoforo non è chiaro, anche perché Anubis era preposto ai riti funerari e alle operazioni di mummificazione del defunto che nulla hanno a che vedere con i patronati di Cristoforo. Nell’iconografia occidentale invece si possono cogliere influenze precristiane perché Cristoforo è rappresentato come un gigante che porta il Cristo su una spalla: ebbene, nel mondo ellenistico era diffusissima l’immagine di Eracle che portava Eros. Secondo un tipico procedimento dell’epoca, il mito greco venne interpretato come un’allegoria cristiana sicchè fu più facile trasformare iconograficamente Eracle nel “portatore del Cristo”. Successivamente, intorno al X secolo, l’immagine di Cristoforo “portatore di Gesù Bambino” ispirò alla fantasia degli agiografi la celebre leggenda secondo la tendenza popolare medievale che dava corpo ai simboli. La prima parte del racconto, ispirata al motivo germanico del vassallaggio, narrava che Cristoforo era un cananeo di terribile aspetto e dall’altissima statura di dodici cubiti. È interessante notare come l’antropofago dalla testa canina, secondo la tradizione orientale, si sia trasformato in Occidente nel gigante di Canaan, immagine più accettabile agli occidentali.

Testo tratto da: “Santi d’Italia. Vita, leggende, iconografia, feste, patronati, culto” di Alfredo Cattabiani, BUR, 1993

Testi e immagini dalla piccola mostra documentaria sulla storia dei Santi e sulla loro iconografia e rappresentazione nella storia dell’arte, allestita in Chiesa Madre dai Tutor Diocesani dei Beni Culturali Ecclesistici dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” di Maruggio (Ta) in occasione dei festeggiamenti in onore dei Santi Giovanni Battista e Cristoforo (anno 2012)