Attraversando le Serre Salentine di Neviano e Tuglie. Foto e cronaca della camminata dell’A.S.D. “Terra Nostra”

Oggi 24 maggio 2015 è un giorno dedicato alla cultura contadina nelle Serre Salentine.
Il sole risplende già sui nostri volti e il nostro cuore è pronto ad una nuova ed elettrizzante esperienza!
Il gruppo è al completo e dopo una sana colazione, siamo pronti a partire. La nostra meta è Neviano, un piccolo paese della provincia di Lecce, la particolarità del suo nome, deriva dalla presenza di numerose “neviere”, una sorta di freezer, per la conservazione della neve; da li, raggiungeremo poi la nostra prima tappa Tuglie (LE).

Il tragitto è breve e fortunatamente un lieve venticello fresco ci aiuta a sopportare il caldo di una classica e soleggiata giornata di maggio.
Giunti sul posto, ci affrettiamo a lasciare le auto per raggiungere il Palazzo Ducale dimora della nobile famiglia dei Duchi Venturi, edificato nei primi del ‘600 e successivamente convertito nel Museo della Civiltà e tradizione contadina.
Davanti ai nostri occhi si presenta una splendida e caratteristica costruzione, il colore rosso intenso ci fa comprendere in pochi istanti quello che poi andremo ad osservare. All’entrata ci attende, cordiale e sorridente, il custode che ci fa accomodare nella struttura e ci accompagna nella visita all’interno di questa. Le stanze sono ampie con soffitti altissimi e i muri bianchi sono riempiti da tantissimi oggetti della vita contadina.

Ci sono attrezzi usati per lavorare la terra (aratri a chiodo, roncule), setacci (“farnaru”), “le fische” (per confezionare la ricotta) o come un’antica macchina per fare la pasta. Ognuno di noi osserva sbigottito la vastità di oggetti, tanti….diversi…!

Di colpo… il tempo davanti ai miei occhi si ferma; la mente ritorna improvvisamente indietro, come la pellicola di un proiettore. I ricordi riaffiorano ed improvvisamente ritorno bambina. Un brivido gelido mi attraversa il corpo… e il silenzio diventa quasi assordante. Davanti ai miei occhi rivedo, mio nonno, seduto su un piccolo tronco d’albero, con la spalla curva che con abile disinvoltura intreccia la paglia per comporre un cesto… lo stesso che ora i miei occhi osservano su quei muri… Un velo di tristezza cade su di me…. è strano come un oggetto possa sconvolgere la mente e farti riflettere su come il tempo trascorre velocemente, ma che nonostante tutto le tradizioni che i nostri avi ci hanno tramandato di generazione in generazione, non si cancellino mai!

Il bisbillio dei miei compagni d’avventura, mi riporta alla realtà e i loro commenti sul passato mi riportano il sorriso, capisco che non sono stata la sola a provare quella emozione. La nostra visita continua nelle varie stanze. La cosa più bella è stata trovare, nella camera da letto, arredata in modo particolare, un telaio del ‘700 con i vari attrezzi per tessere e filare. Conclusa la visita, ci rimettiamo in cammino, la nostra prossima tappa è Macugno.

Ci addentriamo nelle immense distese di campi incolti… in cui il giallo oro e il verde sono i colori dominanti…
Lungo il cammino, il nostro sguardo viene rapito da queste sorprendi costruzioni rurali realizzate con la tecnica del muro a secco, i cosiddetti “pajari” o “furnieddi”. Ce ne sono tantissime e di diverse forme geometriche.

Il caldo diventa soffocante e la stanchezza inizia a farsi sentire, ma il luogo da raggiungere non è poi così lontano! Dopo una breve sosta per riprendere le forze, raggiungiamo finalmente il Museo del Territorio – Abbazia di S. Nicola di Macugno a Neviano (Lecce), è un insediamento bizantino che s’inerpica oltre 100 mt sul livello marino e domina l’intera vallata. Il posto è coperto di lecci e vegetazione tipica delle macchie ed è racchiuso da un muraglione medievale.

La guida, dopo la presentazione dei responsabili, inizia ad esporci in modo molto dettagliato la storia di questo magnifico luogo e ci accompagna lungo il percorso , dove sono venute alla luce numerosi ipogei e una grotta molto ampia.

Successivamente ci è stata data la possibilità, tramite alcuni maestri artigiani, di assistere alla spiegazione su argomenti come botanica, la costruzione dei cosiddetti “cannizzi” ecc… All’interno del museo, invece, si potevano ammirare gli abiti di quell’epoca, svariati oggetti per la filatura, tessitura e per lavorazione del la terra. Terminata la sosta al museo, vista la tarda ora, abbiamo ripreso la via del ritorno… Il sole pian piano si nascondeva dietro questi alberi maestosi e ci ricordava che la nostra meravigliosa giornata, purtroppo, volgeva al termine.

Racconto ed emozioni di: Francesca Tesò – A.S.D. “Terra Nostra” – Sava (Ta)

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