Taranto, la città dei due mari, nel documentario “Mare Nostrum” di Rai Storia

“Un’immensa spugna che si è lentamente imbevuta di ogni conoscenza”. Così scriveva il grande storico francese Fernand Braudel, riferendosi al Mediterraneo. Un mare che, insieme ai luoghi della nostra penisola che su di esso si affacciano, è protagonista della serie  “Mare nostrum”, in onda  lunedì 17 aprile alle 21.10 su Rai Storia.

I cinque documentari raccontano – con un’ampia cronologia storica che va dalla preistoria al secolo scorso – tutte quelle radici culturali, etniche, artistiche che formano la nostra identità e che sono sempre arrivate dal mare.

Si parte con “Taranto”,  la “città dei due mari” per la sua originalissima conformazione, con il Mar grande e un bacino più interno, il Mar piccolo: al centro, in una lingua di terra, la “Taranto vecchia”, ferma a più di mezzo secolo fa.

È una città strana, Taranto. Pur avendo due mari spesso è stata costretta a dimenticarsene, e a volgere le spalle alla sua risorsa più preziosa. Anche se i “café chantant” e i teatri sono solo un ricordo sbiadito degli anni del boom, quando era forse l’unico luogo del sud ad attrarre manodopera dal Settentrione, Taranto conserva ancora le tracce di un’Italia che altrove è scomparsa. E le mostra poco a poco, al visitatore che si sofferma abbastanza per andare oltre la superficie, come in un museo all’aperto che riassume le vicende, spesso amare, dell’intera nazione.

Dall’arsenale, un tempo il più importante d’Italia, agli impianti siderurgici che oggi pongono un’alternativa, ancora da sciogliere, tra salute e lavoro. Dai resti degli insediamenti antichi, quando era la Perla dello Jonio, raccolti in un museo che è il fiore all’occhiello della città, il MarTa, alle attività di coltivazione dei mitili, conosciuti in ogni parte d’Italia. Una città che nel corso del tempo si è ampliata a dismisura, e che ora si sta di nuovo contraendo, riducendo su dimensioni più umane; cercando di conservare un’identità legata alla sua storia millenaria e al suo recente passato industriale.

“Mare nostrum” esplora Taranto attraverso gli uomini e le donne che lavorano nel suo Arsenale, esperti di vaglio come l’architetto Luigi Oliva e la direttrice del MarTa Eva Degli Innocenti, e pescatori e allevatori che ogni giorno cercano nel suo mare le ragioni di un futuro tutto da inventare.

Fonte: Ufficio stampa RAI

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