Le grandi storie si trovano nei piccoli paesi. E la fortuna di vivere nei piccoli paesi consiste proprio nella possibilità di poterle raccontare ed ascoltare, riconoscendone la “commovente geografia dell’anima”, come dice Franco Arminio (paesologo).
Visitare, scoprire e valorizzare un territorio significa anche coglierne gli aspetti più quotidiani, spesso poco conosciuti. Il turista contemporaneo, infatti, è affascinato anche dalla cultura del posto in cui soggiorna, e intende assorbirne ogni manifestazione.
“Perdersi retu Shangai” è stato un esperimento sociale, mediante il quale si è voluto togliere il velo di polvere dalle “storie di tutti i giorni”, coinvolgendo direttamente coloro che le hanno vissute o – a loro volta – le hanno ascoltate, nel tentativo di rimetterle in circolo e preservarne la memoria.
Abbiamo voluto sperimentare qualcosa di “diverso”: ideare un evento puntando sull’oralità è stato un azzardo. La curiosità e la partecipazione nei confronti di “Perdersi retu Shangai” ci ha ricompensato del “rischio” e – a meno di qualche piccola correzione – possiamo solo farlo crescere nel tempo.
Il centro storico di Maruggio è suddiviso in diversi toponimi: “sotta a Castieddu”, “sotta ‘lli lamie”, “retu Shangai” e “la Conca d’Oro”. Nel titolo dell’evento abbiamo simbolicamente scelto di mettere in primo piano “Shangai”, perché è il toponimo più conosciuto e perché l’aneddoto stesso con il quale è stato attribuito questo appellativo, ci è sembrato un ottimo pretesto per descrivere e valorizzare il ricco patrimonio culturale che si è sedimentato nell’antica “Terra Murata”.
L’evento è stato ideato e realizzato nel corso di molti mesi, cercando sempre di coinvolgere gli abitanti del centro storico (come già per le feste rionali de “Lu Pizzulu” e de “La Macchitedda”).
La loro disponibilità è cresciuta piano piano: ed è stato tutto un darsi da fare per rendere più bello e accogliente il percorso. Le auto private che di solito occupano le strette stradine sono state tempestivamente parcheggiate altrove; qualcuno ha dato una rinfrescata alle pareti utilizzando la tradizionale calce…
Qualcun’altro si è voluto aggiungere in corsa al gruppo degli artisti e degli oratori: Salvatore e Candelora Sammarco, ci hanno regalato un’emozione unica suonando una dolce melodia (con pianoforte e voce) che si è diffusa da una finestra nascosta, e la signora Santa D’Abramo ha voluto contribuire alla manifestazione, esponendo la sua preziosissima collezione di santini e immaginette sacre.
Più di tutti, Damiano “Picu Peca” (o “Attila”) Corrado si è rivelata la “star” della serata: uomo del popolo – cresciuto nelle bande di strada, nelle quali ha imparato il valore della rispettabilità – è stato un oratore verace e appassionato, che ha saputo catturare l’attenzione di tutti e ha ridato dignità a tutti coloro che – come lui – hanno creato il “mito” di “Retu Shangai”. Le sue storie di vita semplici hanno commosso tutti.
La passeggiata è stata guidata da Gianluca Palma – dell’Associazione “La Scatola di Latta” – bravissimo nel coinvolgere tutti fin dalle prime battute, creando un clima di confidenza e interesse.
Gli angoli più belli del nostro centro storico hanno fatto da sfondo a “li cunti”, alle rappresentazioni teatrali, alle cronache musicate e alle esposizioni d’arte. Una passeggiata nel cuore della nostra identità maruggese, che ogni artista ha declinato a suo modo.
Ad ognuno di loro abbiamo chiesto di descrivere brevemente il senso della propria performance.
Associazione “Lotus”: “Con Danilo Chiego, Maddalena Latorre, Serena Guida e Costanzo Latorre, abbiamo affrontato in narrazione e musica il tema dell’importanza delle proprie radici e della propria memoria, evidenziando la necessità di ricordare e raccontare per difendere il proprio patrimonio culturale da alcuni risvolti negativi della globalizzazione”.
Paola Bisconti (scrittrice e blogger): “…tra i vicoli di Shangai, parte del centro storico del paese, durante la passeggiata narrante che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e turisti ho raccontato la storia di Girolamo Comi e del suo modo unico e irripetibile di “fare” cultura… quella vera, autentica, armoniosa. I presenti hanno apprezzato questa storia così come il componimento poetico che ho letto per loro. Fare vagabondaggio letterario sulle scale di un’abitazione abbandonata che si affaccia su una bellissima corte ha donato un fascino speciale alla mia performance per questo devo ringraziare Aldo Summa che ha voluto la mia presenza in un appuntamento così speciale, ben organizzato e curato in ogni minimo dettaglio. Grazie a tutti!”
Carla Saracino (scrittrice): “Ho deciso – accompagnata dalla voce narrante di Michele Montorfano – di proporre una fiaba scritta diversi anni fa e che trae ispirazione dalla cultura orale contadina. Ogni fiaba riconnette i tempi e gli spazi, riunisce le persone del passato, aduna quelle del presente e genera parole nuove: è in virtù di questo potere che la collettività può raccontarsi e riconoscersi in un comune percorso di civiltà. Maruggio, nel suo piccolo, ha aperto le porte all’ascolto e alla condivisione, ha dato dimostrazione di poter essere il “mezzo magico” e il “premio” di quanti s’adoperano per il vero rinnovamento”.
Chiara Criniti (illustratrice): “Pretesti di-visi” è il titolo della mia mostra, una carrellata di sei ritratti di volti maturi segnati dall’esperienza, dal carattere, dalle scelte. Uomini e donne di qualche generazione fa rappresentati in atmosfere spesso surreali, oniriche, metaforiche attraverso le quali scorgere il filo sottile che li lega alla realtà.
In mostra anche un’opera dal titolo “La tonnellata umana”, un lavoro su carta da pacco riciclata lungo poco più di due metri, per raccontare il dramma delle migrazioni dalla fine dell’800 ad oggi.
Per accompagnare il pubblico in questo viaggio nell’“umanità” ho scelto di leggere uno stralcio tratto da “Viaggio in Italia” di Goethe, in cui il grande intellettuale tedesco abbraccia il Sud del nostro Paese, in una pagina scritta a Napoli nel maggio del 1786, che ha commosso me e tutto il pubblico”.
Marta Vedruccio (Associazione “Opera Viva”): “Lo spirito dei luoghi: performance di teatro di maschere e musica di e con Marta Vedruccio e Dario Mennella. Ispirato ad una delle leggende sulla nascita de “Lu Lauru”, noto spiritello della tradizione popolare salentina, questo studio non si limita al recupero di questa antica leggenda, ma ne approfondisce gli aspetti universali che più mettono in luce un rinato bisogno di partecipazione a ciò che ci lega ai luoghi e al mondo, una partecipazione totale, spirituale, misteriosa, entusiasmante. Viva.
“Ma quest’ombra […] é rifugio ai corpi soltanto, o non più ancora alle nostre anime?” . Così ci chiede Pulcinella nel prologo della performance, citando Croce “Storie e leggende napoletane”. Noi abbiamo accolto questa domanda”.
Cantacunti (compagnia di cantastorie): “L’antico racconto (“La cummari furmiculecchia”), la filastrocca (“La fija ti lu rrei”), la fiaba (“abracadabra”) e “li culacchi ti Papa Caliazzu”, nelle meravigliose cornici del Castello e della Canonica, sono stati i brani eseguiti dai Cantacunti per omaggiare la meravigliosa iniziativa “Perdersi retu Shangai”.
Gianpaolo Pisconti (sociologo): “Ho voluto rendere omaggio a “Retu shangai” centro storico di Maruggio ma, per certi aspetti, ancora periferia del paese, raccontando le vicende accadute al sud Italia durante e dopo l’unificazione. Un invito alla riflessione che ho voluto stimolare pretendo dalla lettura di brani scelti dei lavori del giornalista Pino Aprile. Ci si augura di provare a superare i racconti pedagogico- mitologici della nostra nazione e avvicinarci ad un’idea di identità nazionale più densa e più reale. E capire come siamo diventati terroni, chi ci chiama così e cosa potremo fare in futuro del nostro sud nell’Italia unita!”
Dall’androne della scalinata d’ingresso al Palazzo dei Commendatori di Malta, l’arch. Salvatore Favale ha accolto gli ospiti introducendo brevi cenni storici sulla presenza dei Cavalieri Ospitalieri nel paese.
In uno slargo di Via Umberto I, Fiorella Lombardi – dell’Associazione “Lotus” – ha letto alcune pagine tratte dal libro “Così parlò Bilbo”, dello storico e scrittore locale Tonino Filomena, che – dopo il reading – ne ha commentato il senso. Assieme a lui, alcuni amici: Damiano Corrado e Antonio Serio, nati e cresciuti nella parte antica di Maruggio.
La passeggiata alla scoperta della vera anima del centro storico di Maruggio si è conclusa presso l’antico frantoio di proprietà dell’avv. Nicola Maria de Marco, che ha fatto da “cicerone” accompagnando il gruppo alla riscoperta del mondo contadino.
L’evento è stato organizzato dall’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” con il circolo ARCI “Paisà” di Maruggio, in collaborazione con l’Associazione “La Scatola di Latta” di Botrugno (Le), l’Associazione “Opera Viva” di Melendugno (Le), i “Cantacunti” di Manduria (Ta) e l’Associazione “Lotus” di Maruggio. Patrocinio del Comune di Maruggio.
Gli organizzatori ringraziano: Luigi “Pipone” Saracino per averci concesso l’attrezzatura audio; la “Pro Loco” di Maruggio per la concessione dell’attrezzatura illuminotecnica; Don Antonello Prisciano per averci dato la possibilità di occupare l’androne d’ingresso della “Canonica”; la dott.ssa Tiziana Destratis (consigliera delegata al turismo del Comune di Maruggio) per aver condiviso assieme a noi e fin dall’inizio l’intero percorso di organizzazione dell’iniziativa.