Il 25 e 26 Settembre, il Museo del Territorio di Neviano (Le) aperto per le “Giornate Europee del Patrimonio”

Tornano Sabato 25 e Domenica 26 Settembre 2021, in Italia, le GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea.

Nelle due giornate, visite guidate, aperture straordinarie, iniziative digitali saranno organizzate nei musei e nei luoghi della cultura statali e non, seguendo il tema “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi!”.

Per l’occasione, il “Museo del Territorio” di Neviano (Le) – ubicato presso l’Abbazia di San Nicola di Macugno, Località “Torrenuova”, S.P. Neviano-Collepasso, Km. 2,4 – effettuerà un’apertura straordinaria: Sabato e Domenica dalle 17.00 alle 19.00.

Per informazioni: 333.5359193
Visita il sito del Museo del Territorio di Neviano (Le)

Visita la pagina dedicata all’evento sul sito del Ministero della Cultura

Da oggi, utilizzando l’app “Io Prenoto” della Regione Puglia, è più facile prenotare anche la visita al Museo del Territorio di Neviano (Le)

Dal primo ottobre sarà possibile scaricare l’app «Io prenoto», sviluppata da DM Cultura, un sistema di prenotazione digitale che consentirà a musei e biblioteche pugliesi di gestire, in modo facile e veloce, il flusso di visitatori, ottimizzando gli accessi.

«Fare rete, consentire a cittadini e turisti di essere maggiormente consapevoli del patrimonio culturale di Puglia e allo stesso tempo permettere a chi opera nei musei di attivare dei network costanti, spazi virtuali e reali di connessione per condividere esperienze, saperi, visioni: queste sono le principali missioni di Io Prenoto», spiegano dalla Regione Puglia.

Il visitatore può scaricare l’app Io prenoto dagli store iOS Apple

o Android Google

selezionare il luogo da visitare, il giorno e la fascia oraria e prenotare il suo ingresso alla struttura.

«Un’app per mettere in rete i luoghi e le persone – dice l’assessore all’Industria turistica e culturale, Loredana Capone – assicurando a tutti i visitatori la sicurezza dovuta a questi tempi di emergenza sanitaria. Si tratta di un progetto che abbiamo fortemente voluto e che darà forza e valore alla visione dell’assessorato e del Polo Bibliomuseale. Abbiamo investito tutte le nostre energie sui beni culturali della Puglia, sulle biblioteche, sui musei. Volevamo che fossero molto più che bellissimi muri senz’anima e per questo abbiamo detto non più un euro per il restauro senza un progetto di fruizione, e poi, abbiamo provato a fare ancora di più lavorando con le istituzioni locali affinché questi potessero dialogare tra loro».

Fonte: “La Gazzetta del Mezzogiorno”

Nel prossimo weekend, apertura straordinaria del “Museo del Territorio” di Neviano (Le) in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio

Anche quest’anno il “Museo del Territorio di Neviano” situato presso l’Abbazia di S. Nicola di Macugno (in località “Torrenuova”) partecipa alle “Giornate Europee del Patrimonio” del MIBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Le GEP 2020 sono dedicate al tema dell’educazione. Durante il fine settimana del 26 e 27 Settembre i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura ospiteranno diversi laboratori e attività didattiche nel rispetto delle misure di prevenzione dal rischio di infezione da Covid-19.

I volontari dell’Associazione Ecomuseale di Neviano accompagneranno i visitatori alla scoperta dell’area archeologica antistante l’antica Abbazia di San Nicola di Macugno, lungo un itinerario botanico. All’interno del museo, sarà possibile visitare le sale tematiche allestite con oggetti quotidiani e della cultura contadina.

Questo il calendario delle aperture:

  • Sabato 26 Settembre 2020 dalle 17:00 alle 19:00
  • Domenica 27 Settembre 2020 dalle 17:00 alle 19:00

Prenotazione facoltativa.
Tel.: 333.5359193
Mail: ecomuseoneviano@gmail.com
Website: www.mdtneviano.it

Informazioni sul sito dedicato del MIBACT: https://www.beniculturali.it/evento/giornate-europee-del-patrimonio-al-museo-del-territorio

MarTa e scuole insieme realizzano il progetto “Mappe di comunità”

La “Notte europea dei musei” ha riservato un’anteprima ai visitatori: la presentazione delle mappe di comunità create da alcuni istituti superiori di Taranto. «Liceo Calò, Battaglini, Archita e Vittorino da Feltre hanno lavorato con il nostro staff – ha spiegato la direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti – dando vita alle mappe di comunità, un documento importante e una riflessione sul patrimonio culturale. Speriamo di consegnare presto questo bel lavoro al Comune».


La mappa di comunità è lo strumento con cui gli abitanti di un luogo possono rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni (in questo caso impegnate attivamente nel progetto). Si evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro attraverso una rappresentazione cartografica o elaborati.


Alessandra Larizza, dirigente scolastico del liceo delle scienze umane Vittorino da Feltre ha dichiarato: «L’idea proposta dal MarTa nel percorso di alternanza scuola-lavoro è stata estremamente innovativa, la promozione della cultura attraverso i ragazzi e la conoscenza del territorio sono fondamentali per far recuperare ai nostri studenti le loro radici e la speranza nel futuro. I nostri giovani hanno avuto la fortuna di poter toccare con mano non solo i beni presenti sul territorio, ma li hanno guardati attraverso gli occhi delle persone che abitano quelle zone, questo è il vero valore del progetto».
La professoressa Pieranna Terzi del liceo Archita ha aggiunto: «Abbiamo lavorato con altre scuole alle mappe di comunità che stasera stiamo illustrando. Abbiamo sperimentato la ricerca filologica e archeologica, peculiarità del liceo classico».


Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso finalizzato ad ottenere un “archivio” permanente, e sempre aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Il professore del Vittorino da Feltre Luigi Marzulli ha sottolineato l’unione tra competenze: «Le scuole coinvolte hanno competenze diversificate, il risultato è dato dall’impegno di tutti, dalla ricerca filologica all’elaborazione grafica e alla ricerca sul campo, creando una mappa di comunità che emerge dal basso. Ci sono fonti antiche e moderne come la Concattedrale di Giò Ponti».

Autore articolo: Alessandra Macchitella
Articolo pubblicato su: “Il nuovo Quotidiano di Puglia”

Aperto a Manduria (Ta) presso il “Museo Civico” di Palazzo delle Servite, la sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale

È stata inaugurata il 28 Marzo 2018 presso l’ex Monastero delle Servite di Manduria (Ta) – ubicato in via Omodei n. 28 – una sezione del “Museo Civico” dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.

Di seguito un interessante articolo che racconta le premesse e le vicende che hanno porta all’apertura di questo inedito contenitore di Storia e cultura.

“Quando gli americani arrivarono a Manduria”

Tra l’autunno del ’43 e la fine della II Guerra Mondiale in una piccola cittadina della Puglia ionica si insediano le truppe americane: una convivenza forzata che suscita entusiasmo ma anche reciproca diffidenza. Ora un museo ne racconta la storia.

“È l’Africa senza arabi”, scriveva “The Bomb Blast” il 1° ottobre del 1944, riportando le prime impressioni degli aviatori americani alla vista dei paesaggi assolati del Mediterraneo. Il settimanale delle truppe comandate dal generale Nathan Twining, con sede a Bari, è una delle prime testimonianze di una straordinaria, eppure comune, esperienza umana la cui storia, attraverso fotografie, lettere e cimeli d’epoca, è ora custodita nel Museo Civico della Seconda Guerra Mondiale inaugurato oggi a Manduria, in provincia di Taranto.

Il “museo degli americani”, come è stato ribattezzato dagli abitanti della cittadina ionica, rinsalda il filo che lega gli abitanti di Manduria ai militari statunitensi che tra l’autunno del ’43 e la fine della guerra furono dislocati nella cittadina ionica. Una presenza “aliena”, capace di suscitare fascinazione, quella per il soldato americano, ma anche sentimenti ambivalenti, se non proprio ostili. La gratitudine per le feste da ballo organizzate dai militari nel fine settimana aveva il suo contraltare nelle proteste cittadine per l’aumento della prostituzione conseguente alla presenza delle truppe o nella disapprovazione di comportamenti dei soldati spesso sopra le righe. Era una convivenza forzata dalla storia: Badoglio aveva annunciato al microfono dell’EIAR l’armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943 e nell’aeroporto militare a ridosso di Manduria erano giunti gli Alleati che, per due anni, avrebbero usato la base per 256 missioni aeree a est della cortina di ferro.

La fitta corrispondenza tra i militari e le famiglie oltreoceano parla di vita quotidiana. “Quando l’elettricità va via, come avviene di frequente, noi malediciamo gli italiani; ma non è completamente colpa loro”, si legge su “Tales and Memories (1943 – 1945). Gli alleati americani in una cittadina del Sud Italia” di Antonio Pasanisi e Aldo Pezzarossa. E ancora “Il primo lieto evento in questa regione d’Italia, frutto del matrimonio di un militare americano con una signorina italiana, è avvenuto il 1° dicembre a Manduria”, e, nelle confessioni più private “C’è un crescente risentimento tra gli italiani verso l’americano in uniforme che considera ogni donna una prostituta e lo dimostra con il suo comportamento”.

Dopo alcuni anni di oblio, i contatti con gli ex combattenti americani vengono riallacciati nel 1996, per iniziativa di un privato cittadino che riporta in terra ionica quei soldati che nel secondo conflitto mondiale avevano vissuto parte della loro giovinezza a Manduria. Come l’ex luogotenente Peter Garbarini che, quasi cinquantanni dopo, incontra il bambino ormai adulto a cui ogni settimana regalava della cioccolata. Con sé ha i nipotini, che accompagna per mano tra le vie del centro storico, “ai suoi tempi” costellate di “numerosi barbieri dai modi cortesi e donne prolifiche appesantite dai figli”. Poi nel 2000, grazie ai finanziamenti del Programma Leader II ricevuti dal Gruppo di Azione Locale dell’Area Ionico Salentina, e alla donazione di 12.000 dollari fatta dall’Associazione dei Reduci della II Guerra Mondiale, dal 450° Gruppo di Bombardamento dell’Aviazione militare degli Stati Uniti d’America, nasce il parco tematico “Cottontails” (code di cotone), che attira di anno in anno un numero sempre maggiore di visitatori americani che da oggi potranno proseguire la visita con il tour museale.

All’interno del Museo Civico della Seconda Guerra Mondiale, ospitato nelle stanze del Palazzo “Le Servite” nel centro storico di Manduria, sono esposte divise e oggetti di vita quotidiana appartenenti ai veterani del 450° Gruppo di Bombardamento, lettere e documenti e una collezione fotografica sui reduci manduriani della Seconda Guerra Mondiale. Tra i residuati bellici, anche un cimelio hi-teh: un Norden, computer elettromeccanico usato nella seconda guerra mondiale dai bombardieri americani per il puntamento degli ordigni.

L’allestimento dà spazio anche alle storie di tre personaggi locali di rilievo: Elisa Springer, di origini ebraiche e sopravvissuta ad Auschwitz, il brigadiere Gregorio Scialpi, ucciso a Trieste nel maggio 1945 dalle truppe jugoslave e il carabiniere partigiano osovano Cosimo Moccia, fucilato dai fascisti della X Mas il 10 dicembre 1944 a Tramonti di Sotto, in provincia di Pordenone, la cui vicenda è stata documentata dal Anna Rita Morleo, esperta di storia locale, in un libro.

“Il Museo è un traguardo reso possibile dal lavoro incessante di tanti volontari che da lungo tempo si dedicano a mantenere i contatti con i cittadini americani”, spiega Morleo. “Un lavoro che permette di conoscerci meglio attraverso gli occhi di chi, in questi posti, è stato straniero”. To my friend major Gerald “Gerry” M. French, by Aurelio Mastrovito, si legge su una targhetta ai piedi di un ulivo del parco “Cottontails”, un delicato saluto adagiato tra l’erbetta che stride un poco con la desolazione della odierna periferia italiana ma che annuncia, forse, una nuova consapevolezza.

Autore articolo: Simona Perrone

Articolo pubblicato su: Galileo.net