Il progetto “Viaggi nella Terra di Mezzo” alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum (Sa)

L’area adiacente al Tempio di Cerere (Salone Espositivo, Laboratori di Archeologia Sperimentale e 2 Sale Convegni), il Museo Archeologico Nazionale (ArcheoVirtual, Conferenze, Workshop con i Buyers Esteri), la Basilica Paleocristiana (Conferenza di apertura, ArcheoLavoro ed Incontri con I Protagonisti) sono le nuove location della XVI edizione della Borsa d’intesa con il MiBAC, al fine di valorizzare al meglio l’area archeologica della città antica di Paestum.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si conferma un evento internazionale unico nel suo genere: sede del più grande Salone espositivo al mondo del patrimonio archeologico e della prima mostra internazionale di tecnologie interattive e virtuali; luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo e ai beni culturali oltre che occasione di incontro per gli addetti ai lavori, per gli operatori, per i viaggiatori, per gli appassionati. Un format di successo testimoniato dalle prestigiose collaborazioni di organismi internazionali quali UNESCO, UNWTO e ICCROM oltre che da 8.000 visitatori, 150 espositori con 30 Paesi esteri, 50 tra conferenze e incontri, 300 relatori, 350 operatori dell’offerta, 150 giornalisti.

Nel sottolineare sempre più l’importanza che il patrimonio culturale riveste come fattore di dialogo interculturale, d’integrazione sociale e di sviluppo economico, ogni anno la Borsa promuove la cooperazione tra i popoli attraverso la partecipazione e lo scambio di esperienze: dopo Egitto, Marocco, Tunisia, Siria, Francia, Algeria, Grecia, Libia, Perù, Portogallo, Cambogia, Turchia, Armenia, ospite ufficiale nel 2013 è il Venezuela.

Numerose le sezioni speciali: la mostra ArcheoVirtual con i più innovativi e coinvolgenti progetti multimediali e di realtà virtuale applicati all’archeologia; gli Incontri con i Protagonisti delle scoperte archeologiche dell’anno; i Laboratori di Archeologia Sperimentale per la divulgazione delle tecniche utilizzate nell’antichità per costruire i manufatti di uso quotidiano; ArcheoIncontri per la presentazione di conferenze stampa e progetti di sviluppo territoriale; il Premio “Paestum Archeologia” assegnato a coloro che contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio culturale; ArcheoLavoro orientamento ai Corsi di Laurea e Master in Archeologia e presentazione delle figure professionali e delle competenze emergenti; il Premio “A. Fiammenghi” per la migliore tesi di laurea sul turismo archeologico; il programma di Visite Guidate ed educational per giornalisti e visitatori.

Il Workshop Enit con 50 buyers esteri, provenienti da 10 Paesi, determina efficaci opportunità di business per gli operatori turistici dell’offerta.

Istituzioni, Enti, Paesi Esteri, Regioni, Organizzazioni di Categoria, Associazioni Professionali e Culturali, Aziende e Consorzi Turistici, Società di Servizi, Case Editrici saranno presenti nel Salone Espositivo, per vivere da protagonisti quattro giorni straordinari in occasione della XVI edizione a Paestum dal 14 al 17 novembre.

Visita il sito della XVI Edizione Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

Il PPTR. La via pugliese allo sviluppo sostenibile*

*Secondo la definizione tradizionale, lo sviluppo sostenibile è “uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”. In altri termini, la crescita odierna non deve mettere in pericolo le possibilità di crescita delle generazioni future. Le tre componenti dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) devono essere affrontate in maniera equilibrata a livello politico. La strategia per lo sviluppo sostenibile, adottata nel 2001 e riveduta nel 2005, è completata tra l’altro dal principio dell’integrazione della problematica ambientale nelle politiche europee aventi un impatto sull’ambiente. (Fonte: sito ufficiale dell’Unione Europea)

Attraverso la pubblicazione di alcune parti degli atti contenuti all’interno dei Quaderni del Paesaggio del PPTR pugliese, iniziamo un percorso di informazione che Terra d’Egnazia sente il dovere di mettere in campo.  In questa maniera vogliamo significare quanto lungo, complesso ma soprattutto partecipativo sia stato il processo di costruzione del Piano Paesaggistico Regionale Pugliese adottato lo scorso agosto e che ha provocato inutili allarmismi da un lato e facili entusiasmi dall’altro. Si vuole dare merito agli innumerevoli attori che vi anno partecipato e fare soprattutto chiarezza su quanto sia ancora lunga la strada per riuscire, tutti insieme, a definire uno strumento definitivo e percepire le grandi potenzialità di sviluppo, “mirato”, contenute nel piano stesso. Alberto Magnaghi (Architetto e Professore  Ordinario di Pianificazione Territoriale presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze dove dirige il Laboratorio di Progettazione Ecologica degli  Insediamenti per lo sviluppo qualitativo locale dove ha elaborato il concetto di “sviluppo autosostenibile locale “ ) è il Coordinatore Scientifico del Piano. Vogliamo iniziare proprio pubblicando una sintesi dei suoi scritti, cercando il più possibile di parlare un linguaggio comune, per cominciare a far avvicinare il più possibile la gente ad una materia, la pianificazione territoriale, per giungere insieme a comprendere certe argomentazioni. Magnaghi sottolinea che ”la Puglia non è trattabile come un “paese ancora insufficientemente pianificato” (che deve cioè imitare e raggiungere modelli emiliani o toscani), ma deve trovare una strada originale, nel vivo della propria autoriforma, al buon governo del territorio. Il PPTR è davvero un “progetto di valorizzazione socioeconomica del patrimonio dei paesaggi della Puglia” e “se oggi possiamo parlare di paesaggio rurale pugliese nelle sue multiformi espressioni…è perché la società contemporanea richiede il paesaggio, lo “vede” nelle forme trasformate della Terra. Il turismo culturale legge nei segni del lavoro umano, il paesaggio umano”. Tutto ciò  ”richiede il concorso attivo delle energie istituzionali, economiche, sociali e culturali più innovative che puntano sulla tutela e valorizzazione delle straordinarie qualità del territorio pugliese e delle sue “genti vive” per produrre un modello di sviluppo della regione di carattere endogeno, autosostenibile capace di produrre ricchezza durevole“, per diventare, insieme, i primi attori, consapevoli delle trasformazioni dei nostri territori per non restare spettatori passivi ed “ignoranti”.

(G.G.)

(Prima Parte)

Dicembre 2008 – La costruzione sociale del Piano: metodi, obiettivi, strategie

Il Piano Paesaggistico alla prova pubblica
di Alberto Magnaghi

La via pugliese alla Pianificazione Paesaggistica 

“Un piano è innanzitutto un evento culturale: le trasformazioni che è in grado di indurre non si misurano solo con la sua cogenza tecnico-normativa (in Puglia largamente inefficace,  dato lo storico deficit gestionale e applicativo della pianificazione), ma anche con la capacità  di trasformazione delle culture degli attori che producono il territorio e il paesaggio.
Ritengo che la via pugliese al piano paesaggistico si situi in un contesto in cui la Pianificazione non è (non è stata, non è ancora) la forma ordinaria di governo del territorio  e che per arrivarci gli sforzi compiuti dall’attuale amministrazione regionale per mobilitare  la società pugliese in questa direzione siano essenziali a compiere la trasformazione culturale necessaria. D’altra parte, il bilancio critico del territorio e del paesaggio della contemporaneità, sviluppato nell’ambito del primo seminario del Comitato scientifico (Natura e ruolo dei piani paesaggistici regionali) non ha risparmiato le Regioni dove la Pianificazione è da tempo il metodo di governo del territorio (ad esempio Emilia Romagna e Toscana), mostrando crudamente il divario fra piani e bassa qualità dell’urbanizzazione.
Dunque dopo il seminario la risposta unanime è stata: la Puglia non è trattabile come un “paese ancora insufficientemente pianificato” (che deve cioè imitare e raggiungere modelli emiliani), ma deve trovare una strada originale, nel vivo della propria autoriforma, al buon governo del territorio.
La ricerca di questa via si situa in un difficile equilibrio fra due tendenze opposte:
– la prima riguarda l’assenza di una cultura storica municipale, il protrarsi di un sistema decisionale patrizio, centralistico, esogeno e burocratico fin agli albori del novecento, una storia di lunga durata di dominazioni e dipendenze socioeconomiche esogene che si proietta sulla attuale persistenza di una dipendenza economica e di scarsa imprenditività in molti settori (dall’agricoltura al terziario) e sulla speculare inerzia burocratica della struttura amministrativa; inerzia che si accompagna a sua volta a politiche distributive, ovvero alla erogazione prevalentemente clientelare di ingenti finanziamenti pubblici; si tratta di elementi che parrebbero indicare come via “culturalmente” più efficace per il paesaggio un piano fortemente autoritativo di “comando e controllo”, cui peraltro pare alludere l’ultima versione del Codice di beni culturali e del paesaggio, atta a rinforzare il ruolo dello stato centrale nel governo dei beni paesaggistici;
– dall’altra un diffuso anarco-abusivismo privato (ma anche anarco-governo pubblico, ancora circa cento comuni con piani di fabbricazione, pochi adeguamenti ai PUG -Piano Urbanistico Generale- del DRAG –Documento Regionale di Assetto Generale-) e un brulicare di intrecci locali di interessi pubblici e privati; tendenze che si fronteggiano con le forti tensioni etiche di un ceto intellettuale cosmopolita, di un mondo associativo, di amministratori locali e, in parte, imprenditivo, fortemente motivati al cambiamento e al rinnovamento della cultura locale e del territorio verso l’autoriconoscimento identitario, la riappropriazione di percorsi di autodeterminazione culturale, economica, politica e la valorizzazione delle risorse endogene fra cui il paesaggio.
Siamo di fronte a un insieme fortemente innovativo di soggetti che parrebbe al contrario suggerire la via della costruzione di patti e contratti fortemente radicati nell’identità del luogo, capaci di ricomporre interessi particolaristici in un quadro di riconoscimento di beni comuni come il territorio, l’ambiente, il paesaggio. Valori questi su cui fondare un diverso sviluppo locale, vincendo “dal basso” l’abusivismo, il burocratismo, la dipendenza.
Questo quadro fortemente disaggregato fra pulsioni centralistico-autoritarie e tensioni civiche verso la cittadinanza attiva, parrebbe indicare alcune suggestioni strategiche per la “tipologia” del Piano paesaggistico della Puglia: un piano che sviluppi una forte processualità negoziale e partecipativa come strumento per la costruzione di un neomunicipalismo di cittadinanza attiva.”

Perché le conferenze d’area: un tassello dell’organizzazione del processo
partecipativo per la produzione sociale del Piano

“Il piano paesaggistico, che è in primis finalizzato a denotare e rappresentare le peculiarità patrimoniali in campo ambientale, territoriale, paesistico, agroalimentare e culturale dei molteplici e diversificati paesaggi della Puglia, si pone come strumento per progettare coralmente un futuro volto a superare la dipendenza culturale e economica, cui ho fatto cenno nella premessa, che dall’agricoltura, all’industria di base al terziario, mortifica storicamente la capacità di autodeterminazione, autogoverno e sovranità della regione stessa. In questa prospettiva assumono importanza una serie di azioni e processi avviati durante la costruzione del piano finalizzati ad attivare percorsi di governance e di democrazia partecipativa di cui le attuali conferenze d’area sono un momento significativo.
Questi percorsi riguardano:

– il sito web interattivo, che ha lo scopo di raggiungere il maggior numero di cittadini, associazioni, produttori per la costruzione condivisa di una cultura del paesaggio, delle azioni di salvaguardia e valorizzazione;

http://paesaggio.regione.puglia.it

– il patto con i “produttori di paesaggio” (associazioni imprenditoriali in campo agricolo, artigianale, commerciale, turistico, edilizio, infrastrutturale e dei trasporti). In una prima serie di interviste ad attori privilegiati, si è delineato il quadro delle poste in gioco da parte dei diversi attori;

– l’istituzione di forme premiali (marchi di qualità paesaggistica, agevolazioni, incentivi) per agricoltori e operatori agrituristici e turistici che salvaguardano e restaurano il paesaggio rurale storico, le infrastrutture e gli edifici rurali tradizionali, la valorizzazione di luoghi di ospitalità diffusa nelle città storiche dell’interno;

 i bandi (per idee progettuali e buone pratiche istituzionali) attivati dal Forum per il paesaggio;

 l’ attivazione dei progetti pilota sperimentali che intendono testare i diversi temi che riguardano gli obiettivi di qualità paesaggistica e i processi di governance e partecipazione del piano attraverso protocolli fra l’Assessorato all’Assetto del Territorio e specifici soggetti del territorio;

– le azioni di promozione della partecipazione attivate dall’Assessorato alla trasparenza della Regione, in collaborazione con l’Assessorato all’Assetto del territorio. Le azioni riguardano due settori fondamentali per estendere il processo partecipativo:
-la comunicazione (promozione dell’informazione sul Piano)
– lo sviluppo della cittadinanza attiva (workshop, forum, animazioni sociali, iniziative culturali, ecc).
– la promozione delle attività di valorizzazione turistica diffusa dei centri dell’interno
(azioni sperimentali nei comuni che partecipano ai progetti pilota)
– la pubblicazione dei quaderni del Piano, in primis gli atti dei seminari del Comitato scientifico.

Fonte: http://paesaggio.regione.puglia.it/images/area_download

/quaderni/quaderno%203%20conferenze%20darea.pdf

(Continua)

A cura di Giambattista Giannoccaro

Foto Chicco Saponaro

Fonte: Terra d’Egnazia

Domenica 24 Novembre 2013 a Neviano (Le): presentazione del libro “Il viaggio di un uomo del Sud” di Paolo Renna

Il Comune di Neviano – Assessorato alla Cultura – in collaborazione con l’Associazione “Ecomuseo del Paesaggio delle Serre di Neviano” – presenta il libro “Il viaggio di un uomo del Sud” di Paolo Renna.

La presentazione si svolgerà Domenica 24 Novembre 2013 presso l’Aula Polifunzionale di Neviano, a partire dalle ore 19.00.

INTERVENTI

Silvana Cafaro – Sindaco di Neviano

Marcella Rucco – Assessore Provinciale Relazioni Internazionali ed Emigrazione

– Antonio Megha – Ass. alla Cultura del Comune di Neviano

Paolo Renna – Autore del libro

Enzo Pascal Pezzuto – Attore e regista, relatore

Rita Stefanelli – Presidente Ecomuseo di Neviano, coordinatrice

O S P I T I

Coro del C.T.G. di Neviano

Silvia D’Ospina, coreografa, e i Giovanissimi di Azione Cattolica

Gianfranco Ascalone, Giorgio Giustizieri e Giuseppe Pasanisi, dicitori

La cittadinanza è invitata

Diventa realtà il Museo del Territorio presso l’Abbazia di Macugno a Neviano (Le)

A seguito della graduatoria del Bando Pubblico – DGR n.2947 del 29.12.2011 – P.O. FESR Puglia 2007-2013, Asse IV – Linea 4.2 Azione 4.2.1 – lett. D) “Riqualificazione e valorizzazione del sistema museale”, il Museo del Territorio di Neviano (Le) da allestire presso i locali dell’Abbazia di San Nicola di Macugno (già sede operativa dell’Associazione “Ecomuseo del Paesaggio delle Serre di Neviano” è risultato ammissibile di finanziamento!

Nel frattempo il Comune di Neviano ha indetto la gara d’appalto per l’affidamento della fornitura di arredi e servizi multimediali per la realizzazione del museo. A seguito dell’espletamento della procedura di gara, con propria determinazione n.153 del 16.09.2013, è stato stabilito di affidare definitivamente i lavori di cui all’oggetto alla ditta LA.AR.PA. SRL di Lecce.

Il Museo Territoriale di Neviano si qualifica come un laboratorio per la storia degli insediamenti delle Serre Salentine e intende rappresentare un referente didattico e un punto di appoggio per percorsi ed itinerari che, incentrandosi sulla sede museale, interessino i beni culturali della zona.

“Una delle applicazioni della museologia del territorio è il centro di interpretazione. […] questo metodo di valorizzazione del patrimonio culturale, che non si fonda soltanto su collezioni o su oggetti a tre dimensioni, ma usa tutte le più moderne tecnologie di comunicazione, di illustrazione e di esposizione, si sviluppa un po’ dappertutto come mezzo di presentazione del patrimonio culturale circostante: sito naturale, archeologico, storico, spazio caratteristico di un paesaggio, di un modo di vita, di una attività economica, villaggio o quartiere. Qui il patrimonio culturale è all’esterno, il commento è all’interno: prepara il visitatore, lo studente, il ricercatore a un procedimento che diventerà una scoperta personale nel momento in cui affronterà il sito”. [Hugues de Varine, “Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio dello sviluppo locale”, Clueb, Bologna 2005]

Il Museo Territoriale di Neviano mira a raccontare in modo diverso la società di un tempo e quella contemporanea, la cultura, i gesti che hanno lasciato un segno ancora visibile, le condizioni di vita della comunità, delle persone e dei gruppi sociali. Come pochi altri tipi di museo, il Museo Territoriale è profondamente radicato nel territorio perché fa parte della sua storia e del suo paesaggio: ne interpreta le qualità anche meno evidenti ad uno sguardo frettoloso, diventando la dimora del genius loci.

Questa capacità “parlante” del Museo Territoriale fa sì che la singola visita possa essere ricucita al bagaglio di conoscenze che ciascuno porta con sé con naturalezza, quasi senza accorgersene, senza il peso della lezione che va imparata, piuttosto con la semplicità delle esperienze che arricchiscono perché trovano la propria collocazione in quello spazio virtuoso che sta tra la rassicurante  consapevolezza di ciò che è noto e la curiosità.

In sostanza, il Museo Territoriale di Neviano dovrebbe rappresentare la struttura di interscambio tra diverse realtà culturali (locali, provinciali, regionali) e diventare uno dei poli attraverso cui attivare un processo permanente di valorizzazione del paesaggio delle Serre Salentine, mettendone in luce le valenze e le peculiarità adatte a promuoverne la conoscenza da parte dei suoi abitanti e la fruizione turistica di qualità.

21 Novembre 2013 a Maglie (Le): giornata di studio “La pianificazione paesaggistica: strumenti, obiettivi, progetti e partecipazione sociale”

L’AIAPP – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio – che dal 1950 contribuisce al miglioramento della conoscenza, conservazione attiva e tutela dei valori del paesaggio, promuovendo la formazione, le attività scientifico-culturali, l’informazione, l’aggiornamento professionale e la ricerca nel campo dell’Architettura del Paesaggio, presenta la Giornata di Studio “La Pianificazione Paesaggistica: strumenti, obiettivi e partecipazione sociale”.

La giornata è organizzata in collaborazione con la federazione regionale degli ordini degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della Regione Puglia, la Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali della Regione Puglia e l’ Ordine dei geologi della Regione Puglia.

Insieme ad esperti di fama nazionale ed internazionale, AIAPP dedicherà un’attenzione particolare all’Architettura del Paesaggio e ai principi fondamentali che dovrebbero guidare le trasformazioni del nostro territorio, in un momento, come quello attuale, che vede la nostra regione coinvolta in prima linea in materia di tutela del Paesaggio.

Un approfondimento disciplinare, rivolto in particolare ai tecnici che a vario titolo si occupano del territorio e delle trasformazioni dei suoi paesaggi, fortemente voluto da AIAPP, all’insegna della disciplina che si occupa dell’analisi, della progettazione e della gestione degli spazi aperti, dal giardino, al parco, al paesaggio: l’Architettura del Paesaggio.

Si parlerà di Paesaggio nella sua accezione più ampia, grazie al prezioso contributo di uno dei nomi più illustri dell’Architettura del Paesaggio in Italia, la Prof.ssa Annalisa Maniglio Calcagno, professore emerito in architettura del paesaggio Università di Genova, socio onorario AIAPP, e con la partecipazione di esperti del settore coinvolti in prima persona nella redazione del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia come il Prof. Alberto Magnaghi architetto, professore di pianificazione territoriale Università di Firenze –coordinatore scientifico del piano paesaggistico territoriale (PPTR) della Regione Puglia e l’arch. Mariavaleria Mininni architetto, professore DiCEM dipartimento delle colture europee e del Mediterraneo Matera UNIBAS Coordinatrice segreteria tecnica PPTR, al fine di comprendere fino in fondo i principi che hanno guidato la redazione di uno strumento di pianificazione di fondamentale importanza strategica come, appunto, il Piano Paesaggistico.

La giornata si concluderà con l’intervento dell’Assessore Regionale alla qualità del territorio Angela Barbanente non prima di aver discusso di due strumenti di pianificazione urbanistica a livello locale del nostro territorio, attualmente in fase di redazione, al fine di indagare i rapporti degli stessi con il PPTR della nostra regione.

PROGRAMMA

Mattina ore 9,00

Introduce Tiziana Lettere, architetto e paesaggista, presidente AIAPP sezione Puglia.
Interventi
Alberto Magnaghi, architetto, professore di pianificazione territoriale Università di Firenze –coordinatore scientifico del piano paesaggistico territoriale (PPTR) della Regione Puglia.
Maria Valeria Mininni, architetto, professore DiCEM dipartimento delle colture europee e del Mediterraneo Matera UNIBAS- Coordinatrice segreteria tecnica PPTR.

Coordina Annalisa Calcagno Maniglio, professore emerito in architettura del paesaggio Università di Genova, socio onorario AIAPP.

Ore 13,00 Pausa caffè e visita del Museo Biblioteca Alca di Maglie

Pomeriggio, ore 14,00

Introduce Massimo Crusi, Architetto, presidente federazione regionale degli ordini degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della Regione Puglia
Roberto Banchini, Ministero dei Beni culturali Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee Roma.
Francesco Nigro, architetto, coordinatore del PUG intercomunale Otranto-Giurdignano “Il paesaggio nel piano comunale: il PUG di Otranto-Giurdignano ed altre esperienze”
Antonella Fiorentino, ingegnere, capo servizio -sviluppo e pianificazione del territorio,ambiente- del Comune di Nardò “Il piano delle coste del comune di Nardò”
Angela Barbanente, architetto, professore, vice-presidente Regione Puglia, assessore regionale qualità del territorio.

Coordina Anna Letizia Monti, agronomo e paesaggista, presidente nazionale AIAPP – Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.

Interventi dei partecipanti e dibattito

Chiusura dei lavori ore 18,00

Segreteria organizzativa per informazioni
Francesco Tarantino Maglie LE Tel +39 320 3524352
Daniela Trisolino Francavilla Fontana BR Tel +39 389 0817431
Mail: eventiaiapppuglia@gmail.com sito internet www.aiapp-puglia.it