Un laboratorio teatrale terapeutico. L’associazione “Play your Place” punta sulla riabilitazione psichiatrica

Il laboratorio per la “Narrazione teatrale del sé”: una freccia all’arco della riabilitazione psichiatrica territoriale del C.S.M. di Manduria.

Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.” disse  Eduardo De Filippo.

La definizione paradossale e allo tempo stesso di grande serietà fatta da Eduardo sul “teatro”,  rappresenta bene l’idea che è alla base del laboratorio di “narrazione teatrale del sé” per pazienti psichiatrici, di cui questo articolo intende raccontare l’esperienza. Nel teatro l’uomo esorcizza il  sacro timore che le passioni generano in lui, che lo animano e che costituiscono forze a lui sconosciute e incontrollabili; il teatro si può quindi intendere come catarsi, “purificazione”,   chiarificazione delle passioni. Nella finzione scenica, l’attore si immedesima in un IO “altro”, e per fare ciò deve  mettere in atto dei meccanismi  di proiezione ed identificazione di parti del sé .

La costruzione di un personaggio nell’atto scenico non è dissimile dalla costruzione e ricostruzione che si produce all’interno di un percorso riabilitativo per  patologie mentali, nel quale parti del sè denegate, scisse o distrutte vengono analizzate, riparate, bonificate ricostituite.

L’obiettivo del laboratorio è stato quello di aiutare i pazienti di una comunità psichiatrica a raccontare la propria storia di vita, inserirla in  una  sceneggiatura e costruirne  le scenografie, per  poi  rappresentarla come  opera teatrale ai propri compagni di comunità.

Un’idea innovativa ma comunque  supportata da tecniche di arteterapia  e da  teorie ormai consolidate nell’ambito della letteratura scientifica. Lo psichiatra Beppe dell’Acqua sottolinea quanto sia importante, che alle persone con una malattia mentale, sia permesso di “Ricomporre il mosaico della propria identità.” E probabilmente, suggerisce, lo stesso Beppe dell’Acqua,  “si riesce a uscire dalla malattia mentale quando si riesce a ricostruire la propria vicenda, quando si dà la propria spiegazione a quanto accaduto, restituendo un senso alla propria storia.”

D’altronde, la definizione più attenta di riabilitazione (o recovery) si esprime attualmente nel superamento del ruolo di “malato di mente” e quindi non solo sulla remissione sintomatologica, ma sulla acquisizione o ri-acquisizione della  capacità di svolgere ruoli e compiti sociali anche attraverso la riscoperta e lo sviluppo del senso del sé .

Sulla base di queste argomentazioni l’Associazione di Promozione Sociale “Play Your Place ” ( Il luogo in gioco) ha ideato nel 2013 questo progetto riabilitativo sperimentale integrato, rivolto  ai pazienti  della comunità χαλα domus” di Sava  sviluppato sull’idea della narrazione teatrale del  sé. Grazie alla continua collaborazione con la Coop. Soc. “CADMA”,  alla supervisione scientifica del dottor Armando De Vincentiis responsabile del C.S.M. di Manduria ASL/TA e al supporto del Dipartimento di Salute Mentale ASL/TA nella persona del suo Direttore,  Dott.ssa M. Nacci, in 18 mesi di lavoro sono stati raggiunti ottimi risultati rispetto, alla elaborazione delle emozioni dei singoli ospiti e alle loro capacità di   socializzazione , sia all’interno che all’esterno del gruppo coinvolto.

Il laboratorio di narrazione teatrale del sé è stato integrato da  un percorso di alfabetizzazione emotiva finalizzato a migliorare  le capacità dei pazienti nel riconoscere, codificare e decodificare le emozioni,  insieme  ad una maggiore padronanza del linguaggio. Durante le attività di   laboratorio, ogni paziente, ha quindi avuto l’opportunità di narrare per intero la sua storia di vita presentandola poi , forse per la prima volta, a se stesso e agli altri componenti del gruppo.

Tutti insieme hanno poi costruito (utilizzando in prevalenza materiale di riciclo ) le scenografie della propria storia, i contesti in cui i fatti, anche drammatici, della vita di ognuno di loro si sono svolti.

Nella fase di raccolta delle storie personali, ogni componente del gruppo, si è posto in ascolto attivo del protagonista esponendo il proprio parere rispetto alla storia narrata e soprattutto i propri vissuti emotivi in merito a quanto si andava narrando. I pazienti che di volta in volta raccontavano la propria storia, hanno assunto poi  il ruolo di co-regista, scegliendo, sempre all’interno del gruppo di pazienti-ospiti della comunità, chi avrebbe interpretato i vari personaggi delle singole personali storie, i colori , gli oggetti per le scenografie e le musiche che hanno accompagnato le scene.

Elemento rilevante di ogni storia è stata la rappresentazione del “futuro” per cui ogni paziente/co-regista ha dovuto ideare e rappresentare una scena del proprio futuro così come riusciva a pensarla; uno sforzo proiettivo notevole. Ogni rappresentazione è stata realizzata in una suggestiva masseria del luogo (Masseria Marina), generosamente offerta all’uopo dalla Riserva Naturale del Litorale Orientale della Provincia di Taranto e rigorosamente chiusa al pubblico esterno,  perché il fine riabilitativo del laboratorio è stato ed è quello, di consentire al paziente di osservare ed elaborare la propria storia di vita.

Grazie ad una idea originale della Dott.ssa G. Muscolino  referente per la riabilitazione del C.S.M. di Manduria ASL/TA, il laboratorio di “Narrazione teatrale del sé” ha combinato elementi presenti nell’Arteterapia appartenenti sia alla Drammaterapia che allo Psicodramma, in una dimensione innovativa ed originale,  nella sua applicazione al campo della riabilitazione psichiatrica. In ultimo ma non ultimo, ci piace  dare voce alle opinioni dei partecipanti  al laboratorio : alla domanda “Cosa pensi del laboratorio a cui stai partecipando?” i pazienti hanno risposto “siamo meno solitari”, “con il teatro siamo diventati un gruppo”, “ho capito meglio le bugie e la verità”;  un’altra paziente ha detto “il teatro mi ha fatto scoprire cose che so fare e che non sapevo di saper fare”, e altri ancora “il teatro libera le emozioni, mi piace”, “mi piace che riesco a ricordare le battute”, “imparo anche cose nuove… di cultura dico”, “facciamo le cose senza litigare”, “la prossima volta voglio recitare una che si arrabbia che io non ci riesco mai”.

Ad oggi, uno dei risultati riabilitativi tangibili, sono state le dimissioni di due ospiti e le future dimissioni di almeno un altro fra di loro.

Il laboratorio, è stato da poco attivato anche presso il Centro Diurno per pazienti psichiatrici di Sava (TA).

L’Associazione “Play your Place. Il luogo in gioco” è pienamente soddisfatta del percorso sin qui svolto, sia per il livello qualitativo raggiunto dal laboratorio di “Narrazione teatrale del sé”, che per la  presunzione di aver apportato uno  strumento innovativo,  nella riabilitazione psichiatrica dei  nostri conterranei.

Gianpaolo Pisconti – Presidente dell’A.P.S. “Play  your Place. Il luogo in gioco”

Scarica e leggi l’articolo pubblicato su “Il Quotidiano” del 13 Gennaio 2015

 

Al Museo Archeologico di Egnazia: formazione continua per le guide turistiche di “Play your Place”

Presso il MARE – Museo Archerologico di Egnazia (Br) si è svolto nella mattinata di Sabato 17 Gennaio 2015 un incontro formativo destinato alle guide turistiche accreditate presso la Regione Puglia al quale hanno partecipato la guida e l’accompagnatore turistico che fanno parte dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” che da diversi anni sono impegnati nella promozione territoriale attraverso le molteplici iniziative previste dal progetto pluriennale “Cultura, Arte e Fede”.

La giornata è stata pensata e organizzata da Luciana Caramia (guida turistica e interprete, recentemente impegnata in un esperimento di visita guidata teatrale presso il MARTA – Museo Archeologico di Taranto) allo scopo di costruire una rete di operatori che, innanzitutto, si conoscono e collaborano tra di loro e con l’obiettivo di predisporre offerte turistiche integrate e qualificate, tenendo insieme sia le risorse umane che quelle patrimoniali degne di essere maggiormente promosse.

Con la gentile collaborazione della dott.ssa Miranda Carrieri (funzionario archeologo dell’area archeologica di Egnazia), le guide invitate a partecipare alla giornata di formazione hanno potuto approfondire gli aspetti legati alla conduzione di una visita guidata didattica, orientata specificatamente ad un pubblico scolastico. I consigli dispensati hanno, di fatto, arricchito le competenze dei convenuti dal momento che rapportarsi con i bambini presuppone modi e stili di comunicazione adeguati e innovativi.

Il sito archeologico di Egnazia, vicino Fasano, consta di un Museo magistralmente allestito e un’area archeologica che meritano di essere visitati.

IL MUSEO

Il Museo Archeologico Nazionale, edificato nel 1975, sorge all’esterno delle mura di cinta dell’antica Gnathia, a breve distanza dalla necropoli messapica. Costituito da luminosi padiglioni articolati intorno a due patii, raccoglie testimonianze relative ad Egnazia ed al suo territorio.

Tra i reperti più interessanti vanno segnalati la testa in marmo raffigurante il dio Attis, il mosaico delle Tre Grazie, l’anello in oro con la rappresentazione del Santo Sepolcro.

Il museo è anche sede operativa della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, pertanto vi opera il personale che si occupa della tutela archeologica nel territorio. Oltre agli uffici di Direzione e Segreteria sono presenti l’Ufficio Tecnico, l’Ufficio Catalogo, la Biblioteca, il Servizio Educativo.

IL PARCO

Subito accanto al museo si può visitare la necropoli messapica con tombe a fossa, a semicamera e monumentali tombe a camera decorate con raffinati affreschi.

Poco oltre si trovano i resti della città romana, riportata in luce solo in piccola parte, racchiusa dalle poderose mura (alte 7 m, lunghe 2 km, delimitano un’area urbana di circa 40 ettari) realizzate nel IV sec. a.C. dai messapi.

La città è attraversata longitudinalmente dalla Via Traiana, che fiancheggia l’area monumentale ai piedi dell’acropoli con le terme pubbliche, la basilica civile e l’aula delle Tre Grazie, il sacello delle divinità orientali, l’anfiteatro, la piazza porticata, le tabernae. Nella zona a monte della Traiana, destinata alle abitazioni, sono riconoscibili le abitazioni (domus e insulae), tra le quali furono edificate le basiliche paleocristiane, quella meridionale e la Basilica Episcopale, con battistero (entrambe pavimentate a mosaico).

Tra i monumenti meglio conservati vi è il criptoportico, un quadriportico sotterraneo interamente percorribile.

> Visita il sito del Museo Archeologico di Egnazia

 

“Oratores et Bellatores”: un sito interessante sulla storia degli Ordini monastico-cavallereschi

Al tempo delle Crociate la società cristiana (come teorizzata da Adalberto, Vescovo di Laon) era suddivisa in “Oratores” (quelli che pregano), “Bellatores” (quelli che combattono) e “Laboratores” (quelli che lavorano).

Con le Crociate in Terra Santa, per gli “oratores” si venne a creare la necessità di difendere se stessi e le proprie attività religiose ed ospedaliere. Ecco quindi che i monaci presero le armi, trasformandosi in “Oratores et bellatores” dando origine agli Ordini monastico-cavallereschi dei quali si parla nel sito “Oratores et Bellatores”.

 

Si chiude in positivo la terza edizione della Mostra dei Presepi all’ex Convento di Maruggio: una tradizione che si rinnova

Alla luce e al calore de “lu fuecu ti Cristu Piccinnu” ardente sul sagrato della Chiesa “S. Maria delle Grazie” (ex Convento), la Vigilia di Natale si è inaugurata la terza edizione della “Mostra dei Presepi” allestita – da ben tre anni – nei cappelloni della medesima chiesa e organizzata dall’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco”.
La mostra è stata aperta per sei serate (24-25-26 Dicembre e 1-5-6 Gennaio) e ha registrato un notevole apprezzamento da parte di numerosi visitatori, sia maruggesi che provenienti dai paesi limitrofi, richiamati anche dall’efficace azione pubblicitaria dell’evento effettuata nelle settimane precedenti su canali mediatici di diffusione regionale.

L’esposizione si è composta di ben 18 presepi, realizzati da altrettanti bravissimi partecipanti: Antonio Deangelis, Fulvio Deangelis, Giovanni Guarino, Angelo Massa, Luciano Pulieri, Luigi Sammarco e Daniela Rizzo, Chiara Saracino, Salvatore Saracino, Marcello Summa, Franco Vaccarella, Angelo Saracino (di Francavilla Fontana), Piero De Luca, Luigi Lombardi, Filomena Panarese e Patrizia Pro (di Torricella), Lorenza Caforio di Monacizzo (Ta).

Il CATALOGO DELLE OPERE PRESEPIALI ESPOSTE è pubblicato on-line ed è sfogliabile cliccando qui!

Più passano gli anni, più persone si aggiungono al gruppo originario di coloro che – sin dall’inizio e nelle intenzioni – hanno inteso recuperare e tramandare la tradizionale arte della costruzione del presepe.
Un’arte che gli stessi espositori hanno voluto trasmettere – a partire da quest’anno – anche agli altri: l’A.P.S. “Play your Place”, infatti, in continuità e coerentemente con il progetto pluriennale “Cultura, Arte e Fede” (in collaborazione con la Parrocchia “SS. Natività di Maria Vergine”), ha organizzato nei mesi di Novembre e Dicembre 2014 presso le Opere Parrocchiali un laboratorio creativo aperto ai bambini e ai loro genitori.
L’obiettivo pienamente raggiunto è stato quello di insegnare ai partecipanti a costruire un vero e proprio presepe, partendo dalla progettazione arrivando, via via, alla realizzazione delle case, alla loro colorazione e alla definizione dei dettagli.

Il DIARIO FOTOGRAFICO DEL LABORATORIO è consultabile on-line ed è sfogliabile cliccando qui!

Un percorso didattico ed esperienziale che ha appassionato grandi e piccini, in un processo naturale e divertente di trasferimento di capacità manuali e di nozioni religiose.
Molti bambini e genitori
, ammirando l’opera eseguita coralmente e visionando il video-diario proiettato in occasione dell’apertura della mostra, hanno espresso il desiderio di poter partecipare, per il prossimo anno, al laboratorio.
Uno stimolo in più e un motivo di soddisfazione per tutti gli organizzatori, ripagati pienamente da queste attestazioni di fiducia!

Il presepe realizzato nel corso del laboratorio “Costruiamo insieme il presepe” è stato collocato in bella mostra sull’altare dedicato a S. Francesco d’Assisi che, come è ben noto, è stato il primo a realizzare una rappresentazione presepiale in quel di Greccio nel 1223.

Parallelamente alla Mostra dei Presepi, nel chiostro dell’ex Convento – attualmente sede municipale – è stata allestita l’esposizione degli elaborati grafici relativi al concorso riservato alle scuole di Maruggio (promosso dagli stessi Tutor Diocesani dei Beni Culturali Ecclesiastici dell’A.P.S. “Play your Place”).
Ai bambini dell’Istituto Comprensivo Statale “Tommaso del Bene” è stato chiesto di reinterpretare le lunette affrescate del bellissimo chiostro: in esse sono raffigurate le storie, i gesti e i miracoli che hanno caratterizzato la vita di Santi francescani; analogamente è stato chiesto ai partecipanti di descrivere quelli che, a proprio giudizio, rappresentano al giorno d’oggi le azioni caritatevoli e degne di essere considerate virtuose.
Tutti i disegni sono stati realizzati con dovizia di particolari e significati, ma solo a tre bambini l’A.P.S. consegnerà un premio simbolico: a Giulia Buccolieri, a Francesco Giorgino e a Giovanni Schirone.

Il 26 Dicembre, poi, si è rinnovato il consueto appuntamento con la dimostrazione della lavorazione della cartapesta artistica. Il Maestro Luigi Lombardi di Torricella (Ta) ha incantato i presenti illustrando le varie fasi di realizzazione di un personaggio, maneggiando la creta, modellando le parti anatomiche e creando il pupazzo.

Le iniziative natalizie dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” sono state effettuate con il patrocinio del Comune di Maruggio.

Un sentito ringraziamento a Maurizio Bandelli, Silvano Doria e Giovanni Dimitri per essersi messi a disposizione per la buona riuscita degli eventi.

I componenti dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” di Maruggio augurano a tutti i maruggesi le migliori cose per il 2015!