Con il laboratorio di lavorazione della lana ai ferri, abbiamo re-imparato tutti la gioia di stare insieme

Quella del laboratorio creativo “Lavoriamo insieme la coperta della nonna” è stata un’idea nata per caso, scaturita da una cordiale chiacchierata tra amici. E come tutte le cose sbocciate sull’onda dell’entusiasmo si è potuta concretizzare grazie alla bontà d’animo delle persone. Se non fosse stato per loro, niente si sarebbe potuto svolgere.

Assieme alle signore Anna Maria Saracino e Franca Doff Sotta, infatti, ci siamo più volte confrontati, condividendo programmi, speranze e dubbi, e alla fine abbiamo voluto lanciare la sfida: che era sì quella di organizzare un corso nel quale si potesse re-imparare una tecnica di lavorazione antica e quanto mai creativa (distogliendo, una volta tanto, le dita dalle tastiere di un pc o di uno smartphone), ma l’obiettivo è stato soprattutto quello di far uscire di casa la gente, creando per loro occasioni di conoscenza, di confronto e di condivisione.

Sono rari, infatti, i momenti e pochi gli spazi in cui si può lavorare insieme attorno ad un’idea in maniera del tutto disinteressata, spinti dalla curiosità e dal desiderio di stare con gli altri, col sorriso.
A tal proposito ringraziamo Don Antonello Prisciano, che – con crescente fiducia e immutata condivisione degli scopi – ci ha messo a disposizione i locali della Biblioteca Parrocchiale, e non solo…

La sfida è stata vinta, non solo in termini numerici (perchè non valutiamo il buon esito di un’iniziativa contando le sole presenze), ma soprattutto in termini di relazioni.
Da oggi possiamo dire di avere un’amica in più, di aver scoperto capacità nascoste e di aver saputo valorizzare le persone, rendendole protagoniste.

Abbiamo coronato, inoltre, un sogno nel cassetto: le nostre due abilissime Maestre (Anna Maria e Franca) hanno sempre immaginato di poter trasmettere la loro arte a qualcuno, e desideravano da tempo l’organizzazione di una situazione nella quale poter insegnare a “saper fare”.
Siamo felici, quindi, di aver soddisfatto anche le nostre amiche, che tanto si sono prestate per la buona riuscita del laboratorio!

Purtroppo – come tutte le cose – tutto ha un inizio e tutto si conclude.
Alla fine del laboratorio, in tanti avrebbero voluto continuare ad incontrarsi… Ma tutti avranno modo di seguitare ad imparare grazie (ancora) alla smisurata disponibilità delle Maestre, le quali fin da subito hanno addirittura aperto le porte delle rispettive case, accogliendo le allieve e assicurando loro un aiuto. E continueranno a farlo anche dopo la fine del laboratorio, perché ora avverrà la fase del montaggio dell’opera collettiva.

Poi tutti insieme ci prodigheremo nella vendita dei biglietti, per mezzo dei quali nel corso della festa “Aspettando l’Immacolata alla Macchitedda” (prevista per i primi di Dicembre prossimo, organizzata dall’Associazione “La Macchitedda”, partner del laboratorio) verrà estratto a sorte il numero che si porterà a casa la coperta!

Il ricavato della vendita dei biglietti – al netto delle spese sostenute – sarà devoluto in beneficenza.

Sicuramente daremo seguito a questo laboratorio, così tanto apprezzato anche da coloro che – per un motivo o per l’altro – non hanno potuto partecipare. Già si parla di un laboratorio di lavorazione all’uncinetto, di ricamo.
E siamo sicuri che con l’aiuto di tutti certamente sapremo organizzare anche queste nuove esperienze.

E siccome l’appetito vien mangiando, ci abbiamo preso gusto e – con tutti coloro che vorranno collaborare – stiamo già pensando di organizzare – per il prossimo anno – dei corsi di cucina tipica (nei quali si lavoreranno gli ingredienti, si cuoceranno le pietanze e le si degusteranno), degli incontri di avvicinamento al vino, dei corsi pratici di costruzione di “panari” e “cannizzi”, delle escursioni guidate nel territorio per imparare a riconoscere le erbe spontanee, e molto altro ancora che – per il momento – non vi sveliamo.

Ma prima di tutto, visto che ci avviciniamo al periodo natalizio, riproporremo – per il secondo anno consecutivo – il riuscitissimo laboratorio creativo destinato ai bambini e ai loro genitori per imparare a costruire insieme il presepe. I dettagli di questa prossima iniziativa saranno resi noti molto presto.

> Leggi l’articolo “Per imparare a lavorare a maglia, parte il laboratorio pratico: “Lavoriamo insieme la coperta della nonna”

“Giornata del Camminare” a Maruggio (Ta): il resoconto di una domenica a passo lento tra storia, paesaggio e gusto

È passato poco più di un anno … era il 12 ottobre del 2014 quando abbiamo iniziato questa avventura …
Già, quella è stata la prima volta in assoluto che le due associazioni Play your Place di Maruggio e Terra Nostra di Sava hanno camminato insieme in occasione della Giornata Nazionale del Camminare, voluta da FedrTrek Italia e, realizzata grazie alle tante realtà associative attive su tutto il territorio nazionale.

Torniamo a noi, l’appuntamento è alle 8.30 davanti al Palazzo Municipale, pian piano cominciano ad arrivare i primi … poi sempre di più … non solo da Maruggio ma anche da Manduria, Sava, Grottaglie, Taranto.
Ci sono famiglie con i bimbi, giovani e meno giovani.

Iniziamo attraversando il Chiostro dei Frati Minori Osservanti con la professionale e sempre presente descrizione dell’amico Aldo Summa di Play your Place, ed usciamo dal retro per incamminarci su una stradina sterrata in contrada “Strascinata” dove possiamo ammirare un tratturo delimitato da un imponente muro a secco. Andiamo avanti incontrando dei maestosi alberi di ulivo ultrasecolari ed alcuni addirittura millenari: uno spettacolo che si presenta davanti a noi passo dopo passo.

Uscendo da questo paradiso ci rechiamo a fare una breve visita (con tanto di spiegazione di Aldo) nella Cappella della Madonna del Verde ora parte integrante del Cimitero di Maruggio.

Velocemente prendiamo la strada, questa volta asfaltata, per passare davanti al boschetto “Pindini” direzione contrada “Castigno” dove ci fu un insediamento antecedente alla nascita di Maruggio e dove si trova anche un sito archeologico. Poco più avanti è la volta della Cappella di San Pietro, ormai più un rudere che altro.

È già ora di tornare indietro e passiamo così nella zona “Olivaro” per dirigerci all’ultima meta del nostro cammino: la Masseria “Le Fabriche” dove ci attende una degustazione dei vini, dell’azienda omonima di proprietà di Alessia Perrucci che accompagnano i deliziosi prodotti caseari dell’azienda “Olivaro”: quindi Primitivo, Malvasia e Negramaro con mozzarelle, cacioricotta fresca e pecorino. Accoppiata vincente che soddisfa non poco gli stanchi viaggiatori di questa bellissima giornata!

Che dire: finisce così a tarallucci e vino, per poi rientrare al punto d’incontro e salutarci dandoci sin da ora appuntamento alla nostra terza edizione tra un anno esatto!!!

Un grazie all’amico Aldo Summa per averci illuminati col suo sapere; grazie ad Alessia Perrucci ed alla sua struttura per l’ospitalità e disponibilità. Grazie ai f.lli Merendino dell’azienda Olivaro per i prodotti offertici.
Un arrivederci all’anno prossimo per la Giornata del Camminare e per chi volesse seguirci ogni domenica di tutto l’anno.

Sfoglia e scarica l’album fotografico di Ada Gioia della seconda edizione della Giornata del Camminare

Autore articolo: Piero Melchiorre – Presidente dell’ASD Terra Nostra

Il viaggiatore diventa agricoltore e artigiano con la piattaforma del turismo esperienziale

Le vacanze intelligenti, sdoganate da Alberto Sordi in un vecchio film degli anni ‘70, si evolvono, adeguandosi alle richieste del nuovo turismo alternativo: oggi, chi prenota un viaggio preferisce «fare esperienze uniche» e «arricchire il proprio bagaglio culturale» ben nove volte in più rispetto al tradizionale dualismo mare o montagna. I dati emersi dal TripBarometer 2014, studio condotto da TripAdvisor che analizza i trend turistici, evidenziano come il viaggio debba diventare soprattutto sinonimo di nuove esperienze. Su 55 mila interviste, condotte dal sito di recensioni la scorsa estate, il 71% degli interpellati ha dichiarato di voler partire per «allargare i propri orizzonti», il 55% per «cercare esperienze uniche e interessanti», il 44% per «arricchire le proprie conoscenze culturali», mentre il 36% vuole «calarsi nella cultura locale». E, se guardiamo all’Italia, niente più del cibo riuscirebbe a descrivere meglio le nostre abitudini e tradizioni.

Spiegare e insegnare agli stranieri il lavoro che si cela dietro le eccellenze della produzione agroalimentare e artigianale made in Italy: è questa la filosofia di Faberest, startup veronese che, offrendo al turista la possibilità di calarsi nei panni di un mastro acetaio a Modena o di un tintore di tessuti a Biella, ha convinto anche H-Farm.

Dall’idea all’incubazione in H-Farm

«Tutto è nato grazie a due ragazze norvegesi in vacanza in Italia che mi hanno chiesto se era possibile partecipare alla vendemmia in Valpolicella, nota zona vitivinicola del veronese», spiega il fondatore di Faberest, Marco Morandini, ingegnere di 27 anni, originario di Verona. Di lì a capire il potenziale offerto dalla straordinaria ricchezza e varietà di attività legate alla realizzazione dei migliori prodotti italiani e ai territori in cui hanno origine, ci vuole poco. L’idea si concretizza con la partecipazione di Morandini a H-Camp 2014, a seguito del quale la startup viene incubata all’interno di H-Farm arricchendosi di due membri: Andrea Gniesato, responsabile tecnico e Cecilia Rigodanza, che si occupa delle attività di comunicazione e promozione.

Da Nord a Sud per imparare «a fare» il made in Italy Al momento, sul sito si può scegliere tra una ventina di pacchetti turistici che attraversano l’Italia alla scoperta dei prodotti più tradizionali e conosciuti del Bel Paese. A Verona, città nota per la propria produzione vitivinicola, si possono prenotare picnic tra le vigne delle più note cantine del territorio, ma anche weekend in malga con visite nei caseifici, dove il turista impara a produrre il celebre formaggio Monte Veronese. A Modena, un mastro acetaio da diciassette generazioni svela il segreto dell’aceto più famoso al mondo, offendo la possibilità di portarsi a casa bottiglie personalizzate, realizzate scegliendo tra diversi aromi. Tra le colline della Maremma Toscana si sperimenta il «foraging», escursione in cui il turista, guidato da un esperto, si cimenta nella raccolta di ciò che la natura offre in ogni stagione, dai funghi alle erbe aromatiche. A Matera, nello storico forno di Tonino Nobile, si impara l’arte della lavorazione del pane tipico locale, a base di semola e grano duro. Ma non ci sono solo attività legate solo all’enogastronomia: a Biella, distretto della tessitura, vengono insegnate le tecniche della tintura della stoffa utilizzando prodotti ricavati da erbe naturali.

Il valore aggiunto: le persone prima del marchio

«Ad oggi abbiamo circa venti pacchetti che variano dai 25 euro di una mezza giornata fino ai 320 di un weekend completo», racconta il fondatore, «a questi, si aggiungono una o due nuove attività a settimana. Selezioniamo le aziende con cui vorremmo collaborare nelle fiere dedicate al turismo e al food&wine, come Vinitaly, il Salone del Gusto di Torino, Taste a Firenze o Golosaria Milano».

Il valore delle attività proposte attraverso Faberest, e questa è la vera novità, non si fonda sull’influenza del brand aziendale ma su quella dell’host, cioè sulla persona, imprenditore o esperto, che conduce il turista attraverso l’esperienza: «Non ci rivolgiamo solo ai viaggiatori», aggiunge Cecilia Rigodanza, responsabile marketing della startup che adesso è in cerca di finanziamenti attraverso bandi e concorsi per la nuova impresa, «vogliamo essere anche un marketplace per quelle Pmi che vogliono promuoversi attraverso canali meno impersonali rispetto alla pubblicità. Questo è il modo più efficace per riuscire a trasmettere quanto la realtà italiana riesca a stupire».

> Visita il sito “Faberest”

Fonte: “Corriere della Sera”

“I Misteri e la Passione. Arte, società e territorio”, una mostra a Lecce

Madonne addolorate e desolate, cristi deposti, flagellati, in pietà: 15 statue prevalentemente in cartapesta, collocabili tra Ottocento e Novecento, saranno esposte dal 26 ottobre al 27 novembre 2015 nella sala espositiva del chiostro del Rettorato dell’Università del Salento (piazza Tancredi 7, Lecce), raccolte nella mostra “I Misteri e la Passione. Arte, società e territorio”.

All’inaugurazione, in programma il 26 ottobre alle 15, saranno presenti: il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara; il Direttore Generale Emanuele Fidora; il Prorettore Antonio Lucio Giannone; Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali; Nicola Grasso, docente di Legislazione dei Beni culturali; Giovanni Mastronuzzi, archeologo.

Ideata e realizzata da Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali, e con l’allestimento di Fulvio Tornese, la mostra propone uno sguardo retrospettivo su una singolare storia della religiosità del territorio salentino: i Misteri della Settimana Santa, che alimentano il mercato artistico della cartapesta leccese nel momento di passaggio dalla specificità artigianale delle operose botteghe degli antichi maestri, tenacemente legati alla tradizione figurativa del territorio, a una serialità di tipo industriale che contamina forme e modelli.

Le statue esposte hanno alle spalle almeno due guerre, e sono quasi sempre il risultato di un rapporto sociale tra le confraternite laicali e gli artisti del tempo. La richiesta di queste statue costituiva un aspetto qualificante della vita sociale e religiosa dei confratelli, che gestivano uno spazio sacro destinato a essere presidiato da Santi e Madonne: difensori a oltranza dell’ortodossia iconografica in ossequio ai testi sacri.

“I nomi degli artisti/artigiani presenti in mostra – spiega Gaeta, sono in molti casi quelli che gli studi hanno messo a fuoco, ma figurano anche statue ancora anonime che attendono una ricostruzione storica. La mostra è anche una finestra aperta, senza pregiudizi, sulle tante linee di ricerca che solo una lettura sociologica dei problemi figurativi potrà dischiudere, entro una trama di collaborazioni scientifiche che l’università avvia con soprintendenze, musei diocesani, enti ecclesiastici, studiosi del territorio”.

La mostra è corredata da un pieghevole informativo che prelude a un progetto, già avviato, di un corposo catalogo “nel quale si confronteranno dialetticamente i tanti osservatori metodologici da cui ripartire per dipanare una geografia artistica nella sua complessità – conclude Gaet – dall’antropologia alla musicologia, dalla storia all’arte includente anche il cinema e il teatro. Sono stati già chiamati a raccolta studiosi delle varie istituzioni e giovani formatisi presso la nostra Università. La collaborazione tra le diverse cattedre, in primis quella di Storia dell’arte contemporanea (Massimo Guastella), ma anche quella di Antropologia culturale (Eugenio Imbriani), di Storia delle tecniche artistiche (Raffaele Casciaro), di Iconografia musicale (Daniela Castaldo) mira a una convergenza di propositi intellettuali che dovrebbero scongiurare l’autoreferenzialità di piccole o grandi ricerche. Fondamentale in tal senso è lavorare assieme ai funzionari delle soprintendenze (Caterina Ragusa, Antonella di Marzo, per citare solo alcuni che hanno dato il loro apporto scientifico e tecnico) per uscire da un sordo isolamento istituzionale nel quale i tempi relegano”.

Dedicata a Claudia De Giorgi, Antonio Cassiano e Gino Rizzo, la mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto, delle Diocesi e delle Confraternite del territorio salentino.

Domenica 18 Ottobre c’è “Salento Ciclo Game”, la prima caccia al tesoro in bicicletta del SAC “Salento di Mare e di Pietre”

Giocare è una cosa seria, diceva Munari.

L’associazione culturale “Città Fertile”, in collaborazione con “Salento Bici Tour” e “I Slow You” organizza Domenica 18 Ottobre 2015 il “Salento CicloGame”, una caccia al tesoro in bicicletta, una festa della mobilità lenta con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei beni e del territorio del SAC, nell’ambito dell’avviso pubblico “Gestione di servizi per la promozione e la diffusione della cultura della mobilità lenta del SAC Salento di Mare e di Pietre”.

Entriamo nel dettaglio. Il Salento CicloGame è un gioco:

:: Collettivo ::
Ogni associazione forma una squadra e può mantenere in gara il proprio nome e logo. Alla squadra di ogni associazione potranno aggiungersi anche persone, che saranno distribuite dall’organizzazione in base alle esigenze.

:: Culturale ::
Il percorso si sviluppa nell’arco ionico-gallipolino e delle Serre Salentine, un territorio costellato da piccoli borghi, aree archeologiche, antichi palazzi nobiliari, castelli, musei e biblioteche. Sono questi i beni del SAC che i “pirati” esploreranno, saccheggiandoli della loro bellezza che, trasformati in Robin Hood, doneranno al resto del mondo.

:: Pulito ::
I “pirati” possono cercare il loro tesoro solo muovendosi in bicicletta, anche grazie alla rete di percorsi rurali che collega tutti i quindici Comuni del SAC, da Sannicola a Felline. Ogni squadra percorrerà un itinerario di circa 30 km.

:: Spassoso ::
Lo scopo del gioco non è solo trovare il tesoro ma divertirsi, cacciare bene insieme ai compagni di squadra, decifrando alcuni indizi ed affrontando alcune prove curiose.

:: Facile ::
L’organizzazione mette a disposizione gratuitamente le biciclette sebbene si possa partecipare anche con la propria. Inoltre i “pirati” che volessero pernottare in loco possono essere ospitati a tariffe convenzionate a Gallipoli.

:: Social ::
L’evento avrà una grande ripercussione sui principali Social network, perchè ogni squadra verrà dotata di un app per condividere sul web i percorsi (GIS), le foto, le prove, gli incontri.
Le squadre verranno accompagnate da blogger che ne racconteranno le gesta durante l’intera giornata, offrendo ampia visibilità all’associazione. Faremo in modo che tutti quelli svaccati sulle poltrone abbiano il desiderio, almeno per un attimo, di essere lì a pedalare con noi!

:: Libero ::
L’iscrizione all’evento è gratuita, ma può partecipare un numero limitato di squadre. Con questo invito vorremmo riservare alle associazioni di promozione della ciclomobilità e dell’ambiente l’opportunità di iscriversi in via preferenziale. Le iscrizioni sono aperte fino al 7 ottobre.

:: Succulento ::
Il premio finale del Salento CicloGame è un viaggio di una settimana per due persone nella formula Bike&camp di Salento Bici Tour per godere di un’avventura all’insegna della mobilità lenta. Il vero premio, però, sarà trascorrere una giornata insieme all’insegna della sostenibilità che si concluderà in una festa nella suggestiva Piazza Nuova a Felline.

Per ulteriori informazioni, domande banali, dettagli dell’iniziativa e regolamento della caccia al tesoro visitate il sito di Città Fertile, e per il programma sempre aggiornato mettete un like alla nostra pagina facebook dedicata.

Per iscriverti visita la pagina apposita.

All’arrembaggio pirati… vi aspettiamo!
Per ulteriori richieste o chiarimenti vi invitiamo a scrivere a info@cittafertile.it o al numero whatsapp 3398185962 (Donata) o chiamare al 3409142136 (Lea).

> Visita il sito del SAC “Salento di Mare e di Pietre”