Il caldo abbraccio del rione “Macchitedda” di Maruggio, “aspettando l’Immacolata”

Anche stavolta il rione “Macchitedda” ha dato il meglio di sé, accogliendo calorosamente le tante persone che hanno voluto trascorrere qualche ora in compagnia.
Grande partecipazione, infatti, ieri sera in occasione della terza edizione della festa rionale “Aspettando l’Immacolata alla Macchitedda”, che da qualche anno apre ufficialmente il periodo natalizio maruggese.

A riscaldare l’atmosfera c’era un grande falò acceso nel mezzo della piazzetta rionale, composto con il concorso dei residenti che hanno provveduto a raccogliere la legna, accatastandola fino a realizzare una grande pira. Per una sera il fuoco centrale è diventato il camino di tutti, attorno al quale si è ricreata la magia delle serate domestiche.

Per rispettare la tradizione, le donne del quartiere si sono adoperate per preparare le famose “pettole”, che a Maruggio – fin dalla notte dei tempi – si friggono proprio in occasione della Vigilia dell’Immacolata. Il profumo di olio fritto si è mischiato, quindi, con il fumo odoroso del falò, a ricreare proprio quell’ambiente casalingo che tanto conforta gli animi.
Oltre alle “pettole”, i partecipanti alla festa hanno potuto degustare ricchi piatti di rape fritte accompagnate dalla salsiccia fumante, e anche fragranti castagne arrostite con un curioso marchingegno (realizzato appositamente dal sig. Mario Giannotta, “macchiteddaro” della prima ora) che ha attirato l’attenzione di molti curiosi.

Ma la generosità delle donne del rione non si è esaurita solo nella preparazione di piatti caldi: molte di loro (assieme anche a tante altre donne maruggesi) hanno donato torte, crostate, ciambelle, biscotti e vassoi di dolci tipici, andati letteralmente a ruba!
Non c’è festa che non si rispetti se manca il vino, e stavolta oltre al classico bicchiere di “Primitivo” locale è stato offerto anche del vino caldo, speziato e inebriante!

Dal momento che si avvicina il periodo natalizio, il rione ha accolto anche tanti espositori locali, artisti e artigiani che hanno potuto mettere in mostra il frutto della propria creatività: collane, orecchini, gadget realizzati con la stoffa e la lana, lavori ricamati e mille altre simpatiche opere. C’erano anche gli scout del gruppo Agesci “Maruggio I” che hanno colto l’occasione per promuovere il calendario dell’anno nuovo.

E poi la musica: l’apprezzatissimo duo nostrano “Anna e Piè” ha rallegrato la serata facendo danzare anche i meno propensi. La strada del rione si è trasformata in una pista da ballo a cielo aperto, dove tutti hanno dato libero sfogo alla propria gioia!

Verso la fine della serata, il momento che tutti aspettavano: l’estrazione del numero vincente della lotteria che ha messo in palio una coloratissima e morbida coperta, realizzata nel corso del laboratorio creativo “Lavoriamo insieme la coperta della nonna”, svoltosi in Ottobre presso la Biblioteca Parrocchiale, a cura dell’A.P.S. “Play your Place” e dell’Associazione “La Macchitedda”.

Sul palco, assieme alla due Maestre del corso (la sig.ra Anna Maria Saracino e la sig.ra Franca Doff Sotta), alla presidente dell’Associazione “La Macchitedda” (la prof.ssa Silvia Prontera) e al vicepresidente di “Play your Place” (l’arch. Aldo Summa), la piccola Giorgia Pricci ha sorteggiato il tagliando vincente: il numero 75/B, acquistato dalla sig.ra Micelli Anna Maria!

Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto in beneficenza, a favore dell’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

> Leggi l’articolo “Il 7 Dicembre 2015 torna la festa rionale “Aspettando l’Immacolata alla Macchitedda”!

> Leggi l’articolo ““Aspettando l’Immacolata alla Macchitedda”, la sera del 7 Dicembre nel rione di Maruggio (Ta)”

L’Ecomuseo di Galatone (Le), per “conoscere, amare e rispettare” il territorio

L’associazione ecomuseale Kroke si costituisce nel settembre del 2011 per consolidare un percorso laboratoriale che aveva visto la partecipazione di alcuni cittadini al progetto “Vox Loci. La parola agli abitanti” proposto dall’associazione “Play your place” all’amministrazione comunale. Il progetto si conclude nel giugno 2011 con la presentazione della “Mappa di Comunità del Paesaggio delle Serre di Galatone”, preludio al riconoscimento (più recente) dell’“Ecomuseo dei sentieri galatei e della valle dell’Asso”. Presidente dell’Associazione è Luciana Francone.

Al fine di mantenere vivo l’interesse sull’importanza di recuperare e preservare le ricchezze del nostro territorio, non solo materiali ma anche immateriali (quali il dialetto, gli usi e le antiche tradizioni), l’Associazione fin dall’inizio ha attivato una serie di iniziative capaci di coinvolgere la cittadinanza e renderla parte attiva in questo processo.

L’associazione si è proposta anche all’interno delle scuole con dei progetti sull’ambiente (in particolare promuovendo la conoscenza della vegetazione spontanea della macchia mediterranea) e la riscoperta della storia e delle tradizioni (laboratori sui giochi e giocattoli antichi, visita al castello di Fulcignano, lungo le contrade Abbazia e Morige ecc…).

Uno “scrigno ricco di saperi” per la società salentina, un’idea di museo a cielo aperto, quello finalizzato dall’opera dell’Associazione. Quest’anno ad esempio dato il particolare momento che si sta vivendo nel Salento per il disseccamento degli uliveti a causa della diffusione della Xylella si è pensato di indirizzare i ragazzi verso un percorso che possa raccontare il legame millenario tra il nostro territorio e l’ulivo.

Nel corso di quest’anno è stato stipulato un protocollo d’intesa tra l’Associazione e l’Amministrazione Comunale al fine di definire le migliori modalità di condivisione, gestione e sviluppo dell’ecomuseo quale contenitore materiale e immateriale dell’identità territoriale galatea. Di recente, intatti, l’Associazione Ecomuseale Kroke ha ottenuto, su diretta richiesta all’Esecutivo Galateo, la gestione del frantoio ipogeo di largo San Sebastiano, importante e antica realtà sociale galatea. Luogo, il frantoio, che ancora oggi risplende del tempo che ha vissuto, fatto di faticoso lavoro che iniziava in ottobre e terminava a Pasqua, con un importante ruolo avuto dalle donne, che davano assistenza e ristoro ai “franotiani”, segregati in quel luogo dove si spendevano fatiche enormi.

Si diceva un tempo: “tre sontu li cose belle ti lu trappìtu: lu ursùlu, la limba e la littèra”. Rispettivamente: il contenitore per le bevande, il grande piatto in cui si consumava tutti insieme il pasto di legumi e verdura (la cosiddetta “trappitàra”) e un letto rustico costituito da giacigli di pietra dove ci si adagiava un sacco per usarlo come cuscino.

L’ecomuseo è stato anche inserito nella programmazione 2014-2020 del Sac Arneo Costra dei Ginepri.

Molto ancora c’è da fare per rendere maggiormente fruibile alle nuove generazioni e a quanti vogliono conoscere le tradizioni, gli usi e i costumi e il patrimonio materiale della città, educando alla bellezza e alla conoscenza del territorio, attenendosi a tre verbi che devono sempre convivere insieme: Conoscere, Amare, Rispettare.

Autore articolo: Donato Stapane
Articolo pubblicato su: “Il Galateo”, n. 4, anno 2 – 2015