Con “Table Babel”: a cena con lo straniero per imparare la lingua

 

Ha da poco compiuto un anno di vita la startup Table Babel. Lanciata a luglio 2014 da un gruppo di amici under 30, è una piattaforma di «international social dining» pensata per imparare (o allenare) una lingua straniera davanti a un buon piatto. In pratica, mentre si socializza si fa pratica con il vocabolario. Ci racconta il progetto la Ceo Helena Geraci, 29 anni, una Laurea in Comunicazione Internazionale e in Brand Management.

Come e quando nasce l’idea di Table Babel?

«Table Babel è nata con l’idea di consentire a chiunque di praticare le lingue in modo informale e divertente in momenti di condivisione sociale legati al cibo e alla buona tavola, fuori dai banchi di scuola e dai contesti istituzionali».

Il vostro obiettivo?

«Vogliamo avvicinare persone di diverse nazionalità e culture alla pratica delle lingue straniere gustando del buon cibo. Il nostro punto di vista? Quale momento migliore per mettere in pratica le proprie conoscenze linguistiche se non davanti a un buon bicchiere di vino e degli ottimi piatti?».

Chi c’è dietro il progetto?

« Il nostro team è under 35 ed è composto da me, Helena Geraci, 29 anni, di Catania, come Ceo; Andrea Bonanno, 29 anni, anche lui catanese, Sviluppatore e responsabile It; Martina Ricci Gori, 28 anni, milanese, Business Development & Account; Sarah Geraci, 27 anni, catanese con base a Londra, Online Marketing & Social Media. Io e Martina eravamo compagne allo Iulm, mentre con gli altri eravamo amici da tempo, ma senza aver mai collaborato insieme. Prima del luglio 2014. A legarci la passione per le lingue, la buona tavola e le culture straniere».

Vi descrivete come una «piattaforma di international social dining»; come funziona il vostro servizio? 

«Ci occupiamo di organizzare cene in lingua straniera per praticare dal vivo una o più lingue straniere in un ambito rilassato. Offriamo un luogo virtuale, in cui chiunque possa organizzare e condividere il proprio evento culinario (pranzo, cena, brunch, aperitivo) in una lingua straniera. In casa propria o in un locale pubblico. Agli eventi creati liberamente dai membri della piattaforma si aggiungono gli eventi ufficiali Table Babel, organizzati dal team di ambassadornelle differenti città italiane, coordinati direttamente da noi in partnership con i locali che ci ospitano».

Il tutto “for free”? 

«Sì, la nostra è una community gratuita. La particolarità risiede proprio nell’unicità linguistica di ogni singolo evento, tematizzato culturalmente per permettere a tutti, anche solo per una sera, di immergersi completamente in una differente realtà linguistica. Per viaggiare stando fermi».

A che target vi rivolgete? 

«Persone molto aperte alla socialità, ai viaggi, agli scambi culturali, intenzionati ad imparare una nuova lingua (non conta quanto e come la sappiano parlare, ma l’ attitudine che hanno nei confronti delle lingue straniere). La media dei nostri partecipanti ha un età compresa tra i 25 e i 40 anni, una buona percentuale sono italiani desiderosi di migliorare la pratica delle lingue dal vivo, e la restante parte è divisa tra viaggiatori stranieri, così come stranieri stabiliti ormai da per periodi più o meno lunghi in una determinata città per lavoro o per studio».

Come stanno andando gli affari? 

«Il modello di business si basa sulle partnership commerciali con i ristoranti e locali di varia tipologia che ospitano i nostri eventi in lingua, organizzati interamente da noi, da cui deriva poi il nostro guadagno sui singolo eventi. A ogni evento, infatti, una percentuale della quota pagante da ogni partecipante va a Table Babel. Il modello di business principale basato sui fee ottenuti dalle partnership con il settore della ristorazione prevede inoltre nuovi business integrabili dati da partnership con le aziende, sviluppando attività culinarie in lingue straniere per i dipendenti delle aziende come attività di team building e apprendimento linguistico per il personale delle aziende».

La risposta di pubblico è positiva? 

«Finora abbiamo organizzato in otto città: Milano, Roma, Genova, Palermo, Catania, Bologna, Firenze, Verona. Presto arriveremo anche a Napoli e Torino. La media dei partecipanti varia a seconda del luogo, dai 20/30 partecipanti per le cene e apericene a Milano ai quasi 100 per gli aperitivi e le degustazioni a Catania passando per la trentina a Roma e Verona. In generale, da Nord a Sud abbiamo riscontrato grande entusiasmo e voglia di partecipare».

Da dove nasce il nome Table Babel? 

«Da tavola e da Babele. Ci sembrava efficace per sottolineare l’unione tra il cibo e le lingue straniere».

Che ingredienti occorrono per lanciare una start up in tempi di crisi?

«Infinita pazienza e forte determinazione a raggiungere il proprio obiettivo: di alti e bassi ce ne sono parecchi. Inoltre, la presenza dei giusti collaboratori è essenziale ai fini della buona riuscita del progetto».

Imparare le lingue oggi quanto conta e perché? 

«Per noi è fondamentale, a meno che non si voglia rimanere sempre e solo nel proprio paese di appartenenza. Per chi vuole viaggiare, scoprire nuove culture e aprirsi a nuovi mondi è molto importante poter parlare almeno un’ altra lingua, soprattutto nel mondo interconnesso di oggi. Inoltre impegnarsi a studiare e parlare un’ altra lingua apre e allena la mente. E il bello è che si può fare a qualunque età».

Autore articolo: Marzia Nicolini

Articolo pubblicato su: “Corriere della Sera”

“Contro l’urbanistica”, di Franco La Cecla

Le grandi rivolte urbane che stanno scuotendo il mondo, dal Cairo a Hong Kong passando per Istanbul, rappresentano la dimostrazione più plastica di quanto il mondo stia cambiando senza che l’urbanistica tradizionale sia capace di fornire chiavi di lettura per comprendere le dimensioni e gli effetti di questo cambiamento. Da questa constatazione parte l’antropologo Franco La Cecla in “Contro l’Urbanistica” (Einaudi), che rimette in discussione cliché e luoghi comuni legati allo studio delle città.

L’urbanistica è una disciplina sempre piú inadeguata alla realtà delle città e del loro quotidiano farsi e disfarsi. I processi umani, economici, etnici e ambientali che si manifestano nei centri urbani sfuggono sistematicamente a piani e progetti, a mappe e logiche immobiliari. L’urbanistica continua a essere anacronisticamente legata all’architettura, con le sue ossessioni formalistiche e spettacolari. Le città, nel frattempo, crescono per spinte interne, non solo in slums e favelas, ma attraverso la richiesta di spazio pubblico che si manifesta nei grandi eventi di piazza, da Gezi Park a Occupy Wall Street. Mai come oggi la democrazia si gioca nello spazio pubblico, nelle strade, sui marciapiedi. Urbanistica e pianificazione sono invece ancora prigioniere di una visione obsoleta, che mitizza la passività a scapito delle esigenze del reale. Serve una nuova scienza delle città, capace di garantire, in primo luogo, una vita dignitosa e decorosa per tutti. Un’urbanistica da rifondare, per rispondere al diritto a una quotidianità ancora del tutto ignorata.

Legando a doppio filo il racconto delle città ad una visione antropologica capace di vedere gli spazi come luoghi di vita prima che terreno di sperimentazione per archistar e tecnici della smart city, La Cecla alterna visioni ed esperienze personali in città più o meno inconsueto (frutto delle osservazioni compiute di persona negli ultimi anni) ad una riflessione teorica sul fallimento di un’urbanistica vista come tecnica prima che come scienza al servizio delle persone.”Invece di conoscerla, sostiene di anticiparla con le proprie utopie estetiche” afferma La Cecla, rimettendo in discussione non solo il ruolo dell’urbanistica nel progettare le città del futuro ma anche di architetti e urbanisti di svolgere tale ruolo con spirito civico e nuove forme rispetto al passato.
Non sta però nel singolo livello urbano l’errore, secondo l’autore, ma in un’impostazione dall’alto che vede addirittura enti insospettabili come Un-Habitat puntare tutta l’attenzione sulla prosperità di un mondo tutto urbano senza minimamente metterlo in relazione con quel sistema di reti e di attenzione alle persone che solo un rinnovato rapporto tra discipline, in particolare con l’antropologia, potrebbe portare a vantaggio non solo dell’urbanistica ma delle città stesse.
Uscire dalle categorie dell’urbanistica glamour, meno smart city e più città delle persone: La Cecla chiama a raccolta le energie vive del cambiamento per ricostruire senso di comunità, per dare senso alle forme di partecipazione civica e creare città più inclusive e sostenibili. L’autore cita il cibo di strada come strumento di socialità ma anche mezzo ancestrale per recuperare quel rapporto tra residenti e luoghi di vita cementificato nei secoli proprio da quella che è l’occasione di socialità per eccellenza. Ma più in generale è l’attenzione alle persone che caratterizza una nuova visione di città che La Cecla rimarca in opposizione a quella vuota e tecnicistica che ha animato il dibattito in questi anni: dopo l’invettiva contro le archistar di “Contro l’architettura” un ulteriore invito a ripensare al futuro dei nostri luoghi di vita attraverso un cambio di prospettiva, capace non di demolire certezza quanto di fare ordine tra gli elementi chiave del dibattito urbano contemporaneo.

> Leggi un estratto del libro

> Ascolta l’intervista all’autore nel programma “Fahrenheit” di Radio3

Camminare lento nella natura per scoprire la bellezza della flora locale. È successo domenica scorsa, a Maruggio (Ta)

Questa domenica del 17 aprile 2016, la nostra Associazione A.S.D. “Terra Nostra” di Sava (Ta) insieme all’A.P.S. “Play your Place” di Maruggio (Ta), “Pro Loco Maruggio” e l’Ecomuseo del Paesaggio delle Serre Salentine di Neviano (Le), hanno organizzato una passeggiata all’insegna della cultura e conoscenza delle piante presenti nel territorio, grazie all’amico esperto Tommaso Minisgallo.

Una volta riuniti nel piazzale della bellissima “Masseria Grazioli”, accompagnati da vento e sole, ci dirigiamo verso Monte Maggio: qui l’opportunità di godere del bellissimo panorama tra terra e mare; la primavera è la stagione dei fiori e le campagne salentine diventano un’esplosione di colori: il rosso dei papaveri, i gialli, le malve, margherite, calendule, orchidee selvatiche, soprattutto nei campi incolti ricoperti dal verde.
Una passeggiata in piena libertà in mezzo alla natura e relax.
Le campagne di Maruggio offrono bellissimi percorsi tra uliveti e trulli, basta camminare in silenzio per ascoltare le voci della natura e tutto diventa una grande meravigliosa scoperta!

Al nostro rientro in Masseria ci aspetta una gradita degustazione dei nostri prodotti locali, organizzata dagli amici della “Pro Loco” di Maruggio, proprio condividendo un momento come questo… il mio pensiero va alla nostra “Terra”… quanto continua a offrirci, chiedendo in cambio quel rispetto che ancora non siamo riusciti a donare!!!

Ringraziamo la famiglia Filomena di Tonino, Fernando e Anna Rita per averci dato la possibilità di utilizzare la bella “Masseria Grazioli”.

Guarda e scarica l’album con le fotografie della passeggiata botanica scattate da Ada Gioia

Autore articolo: Piero Melchiorre – ASD “Terra Nostra”, Sava (Ta)

“Giornate dell’Archeorete del Salento 2016”: il 25 e 26 Aprile, chiese aperte e visitabili anche a Maruggio (Ta)

L’A.P.S. “Terra Archeorete del Mediterraneo” è l’ideatrice e l’organizzatrice della manifestazione che, però, non potrebbe essere realizzata senza l’attività di centinaia di volontari, di tante associazioni e del contributo di alcune istituzioni locali che credono nell’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale per la crescita delle comunità civili del territorio salentino.

Le “Giornate dell’Archeorete del Salento” hanno l’obiettivo di mettere in relazione tra di loro associazioni e singole persone impegnate in attività di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio salentino. Diversi monumenti promossi nelle passate manifestazioni sono stati preservati dal rischio di una totale distruzione grazie a progetti (pubblici o privati) di restauro e recupero. Ciò dimostra come l’opera di sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni, che nel nostro piccolo cerchiamo di svolgere, agevola e stimola la riscoperta delle antiche radici della nostra civiltà e delle valenze (religiose, artistiche, ecc.) in cui essa ha trovato espressione del corso dei secoli.

Per organizzare la manifestazione, non siamo andati alla ricerca di monumenti da tenere aperti ma di persone che a vario titolo si siano occupate per motivi di studio, di ricerca o di lavoro di un bene culturale e che hanno dichiarato la loro disponibilità a comunicare ai visitatori incuriositi dalla manifestazione tutto ciò che conoscono di quel bene culturale; alcune di queste persone appassionate sono giovani laureati o laureandi che si sono occupati o che si stanno occupando del bene nel corso degli studi universitari o tecnici professionisti che hanno eseguito lavori di restauro o che hanno progettato un intervento conservativo del monumento o sono associazioni che gestiscono il bene.

Anche quest’anno si è inteso coinvolgere tutto il Salento (non solo leccese ma anche brindisino e tarantino) invitando tutti quei soggetti pubblici e privati che si riconoscono nello spirito della manifestazione.

Ovviamente è impossibile riuscire a visitare tutti i beni entro la durata della manifestazione ma gli interessati potranno contattare i singoli operatori per conoscere le normali modalità di fruizione dei monumenti poiché un altro obiettivo della manifestazione è quello di promuovere un sistema di luoghi d’interesse storico-archeologico-ambientale fruibili tutto l’anno solitamente esclusi dai consueti circuiti di visita turistica.

Maruggio è l’unica realtà della Provincia di Taranto ad aver aderito a questa bellissima iniziativa di promozione turistica.
Dopo l’ottimo risultato in termini di presenze conseguito l’estate scorsa nell’ambito di “Puglia Open Days” (progetto di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale promosso da Pugliapromozione, Agenzia Regionale del Turismo), grazie all’impegno attivo dell’A.P.S. “Play your Place. Il luogo in gioco” e della “Pro Loco Maruggio”, Lunedì 25 e Martedì 26 Aprile saranno visitabili – accompagnati da una guida turistica abilitata – le seguenti chiese:

– Chiesa Madre “SS. Natività di Maria Vergine”, via Umberto I, dalle ore 18.00 alle 19.00

– Chiesa “S. Maria delle Grazie” presso l’ex Convento dei Frati Minori Osservanti, via Vittorio Emanuele II, dalle 19.00 alle 20.00

Per informazioni e prenotazioni, contattare il numero: 349 1971486

Per promuovere la manifestazione è stato indetto un concorso fotografico rivolto a tutti i partecipanti: una giuria premierà la foto più bella e la persona che riuscirà a pubblicare più beni visitabili durante una delle due giornate.
Per pubblicare dovete usare l’hastag #archeorete16 e pubblicare su instagram o sulla pagina dell’evento! Non saranno prese in considerazione le foto senza l’hastag #archeorete16.

Tutti sono invitati a pubblicare le proprie impressioni, critiche e foto sulla pagina Facebook della manifestazione “Giornate dell’Archeorete del Salento”  > https://www.facebook.com/events/1135769633102468/

Hanno concesso il patrocinio gratuito alle “Giornate dell’Archeorete del Salento” i seguenti enti: Presidente della Regione PugliaAgenzia Regionale per il Turismo Pugliapromozione, il marchio “io sostengo Matera2019”Associazione Borghi Autentici d’ItaliaEarth Day Italia.

> Per ricevere la Cartoguida in versione cartacea, rivolgersi ad Aldo: 349 1971486 o a Massimo 327 7745476 

> Per visionare l’elenco dei beni promossi nelle “Giornate dell’Archeorete del Salento. Chiese Aperte 25 e 26 aprile 2016”, delle Associazioni ed Enti locali coinvolti nella manifestazione e degli orari e condizioni di visita, scarica la Cartoguida Giornate Archeorete Salento 2016.

Per leggere l’elenco dei beni visitabili, consulta anche il comunicato stampa ufficiale

Il 24 Aprile torna “La Notte di #InchiostroDiPuglia”

Dopo il grande successo dello scorso anno, quando 100 “Fortini Letterari” hanno ospitato oltre 400 Eventi Letterari, torna “La Notte di ‪#‎InchiostroDiPuglia”

Per una serata le librerie, i caffè letterari e le sedi associative dislocate in ogni angolo della Puglia si trasformeranno in “Fortini Letterari”. Grazie ad una miriade di eventi (presentazioni libri, reading, spettacoli e gruppi lettura) che si terranno in simultanea, la Puglia che “resiste” e che crede nel valore della lettura/cultura, potrà ritrovarsi fisicamente (e virtualmente) stretta da un abbraccio grande quanto una regione.

Una rivoluzione culturale che parte dal basso, che parte da Sud e che vuole dimostrare a tutti come la regione che secondo le statistiche legge meno, in una nazione che legge poco, possa ritrovarsi intorno alle parole, alle idee e alle lettura.

Tutto nasce dal blog letterario Inchiostrodipuglia.it che due un anni di vita è riuscito a creare intorno a sé una rete di fatta di Librerie/Associazioni Culturali/Autori ma soprattutto di Lettori. Grazie ad un entusiasmo contagioso il blog Inchiostrodipuglia.it, nato con lo scopo di disegnare la mappa letteraria della Puglia, è uscito dal web dando vita ad un vero e proprio Movimento Culturale.

Il 24 Aprile. Spegni la Tv e vieni in libreria!

Sulla pagina Fb.com/inchiostrodipuglia potrai seguire l’organizzazione dell’evento e scoprire qual è il “Fortino Letterario” più vicino a casa tua.

> Visita il sito “InchiostroDiPuglia”