Facies Passionis 2019: a Taranto le statue più prestigiose della Settimana Santa del Sud Italia

«Lo scorso anno fu un grande successo, con circa diecimila visitatori; con l’edizione 2019 di “Facies Passionis” (in programma dal 20 al 24 febbraio) cercheremo di migliorare questi risultati». Così ha detto stamane,  il priore dell’arciconfraternita del Carmine, Antonello Papalia, nei locali del sodalizio, presentando la rassegna nella chiesa del Carmine dei simulacri portati in processione nella Settimana Santa.

«Quest’anno abbiamo pensato di far valicare all’evento i confini regionali, assicurando così una risonanza più ampia»,  ha proseguito Papalia, annunciando la presenza alla mostra di due statue che arriveranno da Trapani, grazie all’Unione delle Maestranze che organizza la processione dei Misteri con ben 22 simulacri, della durata di 24 ore. Si tratta del Sacro gruppo dell’Ecce Homo e della Flagellazione, che hanno caratteristiche ben differenti da quelle cui siamo generalmente abituati. Tanto è stato raggiunto grazie anche alla disponibilità del vescovo di Trapani, mons. Pierino Fragnelli, originario di Crispiano, che ha creduto e incoraggiato questo nuovo legame fra i due sodalizi. Al Carmine saranno anche le seguenti statue: Pietà (Trinitapoli, confraternita di Sant’Anna), Spoliazione (Valenzano, famiglia Labellarte), Ultima Cena (Palese-Bari, associazione culturale “L’Ultima Cena”), Trasporto di Cristo al Santo Sepolcro (Carbonara-Bari, famiglia di Nicola Filippo Ambruoso), La Caduta (Mottola, confraternita del Carmine), Il Calvario (Gallipoli, confraternita del SS. Crocifisso), Addolorata (Martina Franca, confraternita Natività e Dolori). L’arciconfraternita del Carmine, invece, esporrà il Gesù Morto da qualche giorno rientrato in chiesa dopo due mesi di restauro.
Il padre spirituale, monsignor Marco Gerardo, ha sottolineato il valore che le confraternite assumono anche dal punto di vista culturale e non solo: «Ancora oggi – ha sottolineato – soffermarsi a contemplare un’opera d’arte e un gesto d’amore come quando guardiamo negli occhi una persona amata. Queste immagini sono una grande espressione di forma artistica. L’arte, in questo caso, diviene veicolo di cultura e di Vangelo. Attraverso ‘Facies Passionis’ si sviluppa infatti un racconto con semplicità e con sensorialità. Semplicità, perché guardando queste statue, tutti possono capire la sofferenza di Cristo in quei momenti, e non c’è bisogno di essere provvisti di strumenti di comprensione teologica; sensorialità perché attraverso i corpi, i volti e i colori si trasmette anche un’emozione forte».

Sempre nell’ambito della rassegna, venerdì si terrà un importante convegno nella sede dell’università, in via Duomo, che focalizzerà il ruolo delle confraternite tra arte, fede, diritto e terzo settore. Interverranno, tra altri noti relatori, mons. Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, e il generale Claudio Vincelli, comandante delle Unità specializzate dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico e culturale.
Monsignor Emanuele Ferro, portavoce dell’arcivescovo, ha riferito: «La religiosità popolare offre alla Chiesa l’opportunità di stare nelle strade e conquistare un consenso che non è scontato in una società come la nostra. Senza trascurare, poi, che così si avvicinano tantissime persone, disposte a vedere e a lasciarsi emozionare dai volti della fede».
Previsti anche i concerti in piazza Carmine della banda “Montanaro” di Mottola (maestro Barbara Gigante) per giovedì 21, e della banda “Davide Delle Cese” di Bitonto (maestro Vittorio De Santis) per sabato 23; entrambe le esibizioni inizieranno alle ore 19.30, La mostra, che sarà ingresso libero, è promossa anche da Arcidiocesi, Comune, Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, Università di Bari con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di San Marzano.

Articolo pubblicato su “Corriere di Taranto”

Domenica 24 Febbraio: “FAI… una visita a Maruggio”. La Delegazione tarantina alla scoperta del nostro centro storico

Tra gli eventi programmati nel calendario della Delegazione del FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Taranto, Domenica 24 Febbraio è prevista una gita culturale alla scoperta di Maruggio, fortemente voluta da un gruppo di soci maruggesi.
La visita guidata nel centro storico sarà a cura dell’arch. Aldo Summa.

Maruggio è un piccolo centro della Provincia di Taranto, situato in un’amena vallata ricca di uliveti e vigneti ai piedi delle Murge Tarantine, a due chilometri dal mar Jonio.
Il borgo fu fondato nel Medioevo tra il IX-X secolo e la sua storia è stata caratterizzata dalla presenza dei Cavalieri Templari prima e dai Cavalieri di Malta poi. Soprattutto questi ultimi, nel loro governo ininterrotto di ben cinque secoli dal Trecento all’Ottocento, hanno arricchito il paese dal punto di vista artistico.

Il centro storico – detto anche “Sciangài” in lingua locale o “Terra murata” – racconta ancora oggi il glorioso passato del paese, e si presenta oggi come un piccolo dedalo di viuzze lungo le quali si affacciano le numerose testimonianze storico-artistiche del borgo, tra cui la possente Chiesa Matrice, il Palazzo dei Commendatori, la Torre dell’Orologio e tutta una serie di palazzotti signorili decorati con balconate e logge di gusto barocco e piccole casette imbiancate a calce.

Proprio per la ricchezza del patrimonio storico-artistico maruggese, il paese è stato inserito tra i “Borghi più Belli d’Italia”.

In programma, inoltre, le visite presso la bottega artigiana del Maestro presepista Franco Vaccarella e presso il trappeto del 1848 di proprietà della famiglia De Marco. A conclusione della passeggiata, i partecipanti potranno approfondire la coltivazione e la lavorazione dei preziosi pistilli di zafferano, confezionati e commercializzati dai coniugi Adriano Greco e Nella Curri.

> Guarda qui la Gallery del borgo antico di Maruggio

Fonte: FAI – Fondo Ambiente Italiano

Com’erano Italia ed Europa nell’Ottocento? Ecco «Mapire», Google Maps in versione vintage


Mappe storiche che fanno rivivere e attraversare l’Italia e l’Europa, come in una Google Maps dell’Ottocento. Sapevate che il Colosseo e il Viminale nella Roma dell’epoca erano in periferia? E che Brera a Milano era un quartiere poco abitato? E se la curiosità vi spinge fuori dai confini, potete anche dare una sbirciatina a città come Parigi, Londra e Mosca. «Mapire», questo il nome del progetto lanciato nel 2014 — grazie alla collaborazione delle istituzioni scientifiche di Austria, Ungheria e Croazia —, permette all’utente di navigare in tutta l’Europa attraverso le mappe catastali dell’impero asburgico grazie a strumenti come Google Maps (qui 20 trucchi per usarlo al meglio), Google Earth e OpenStreetMap. Il database, spiega l’Ansa, è in continuo aggiornamento, grazie alla partecipazione degli archivi che hanno deciso di sostenere l’iniziativa.

C’è anche un motore di ricerca interno per individuare subito la città o l’area che si vuole esplorare con un occhio al passato. Tra le funzioni utili anche la possibilità di comparare le mappe vecchie e nuove. «La versione corrente di Mapire — spiega il sito del progetto — contiene la prima indagine militare (1764-1784), così come la seconda indagine militare (1806-1869) e copre tutto l’impero asburgico. Questo contenuto d’archivio è unico e raro, per la risoluzione e la realizzazione artistica».

> Visita il sito “Mapire”

Autore articolo: Silvia Morosi
Articolo pubblicato su “Corriere della Sera”

Il calendario Serveco 2019 è dedicato alle gravine e ai suoi animali, e mette al centro la natura di Puglia e Basilicata

Un lupo, un falco grillaio, un capovaccaio, un gufo reale, una volpe e una testuggine. Sono questi i protagonisti del calendario 2019 di Serveco, quest’anno dedicato tutto alla natura delle gravine, quel vasto ecosistema a cavallo tra Puglia e Basilicata, scavato nella roccia dal lavoro lento e meticoloso dei fiumi che ormai scorrono quasi tutti sotterranei. Oltre la prima impressione, le gravine tra Taranto e Matera, da Castellaneta a Martina Franca, da Mottola a Grottaglie, sono ricche di natura, una culla di roccia dove flora e fauna si sono aggrovigliate nel tempo e nascoste, quasi, alla vista degli estranei.

Il calendario è un omaggio al nostro territorio, un segno di gratitudine per aver custodito come uno scrigno carsico una così grande ricchezza per così tanto tempo.

Realizzato da Serveco, in collaborazione con Dimensione 3, azienda specializzata nella comunicazione in 3D, il calendario non è solo da appendere al muro, ma ogni pagina è un bellissimo origami in cartone che rappresenta uno dei sei animali.

Sei sono gli animali che rappresentano la gravina. Il Gufo Reale (bubo bubo), rapace silente e notturno; il Falco Grillaio (falco naumanni), che sorvola come il vento i nostri campi; il Capovaccaio (neophron percnopterus), rara specie di avvoltoio che ha eletto proprio le gravine come ultimo rifugio; il Lupo (canis lupus italicus), simbolo d’Italia, ritornato a popolare i nostri boschi; la Testuggine (testudo hermanni hermanni), lenta e immortale; la Volpe (vulpes vulpes), ombra rossa nella notte. Per ognuno dei sei animali è stato tracciato, simpaticamente e senza velleità scientifiche, un profilo psicologico, perché rappresentano dei modi di comportarsi, degli atteggiamenti, reiterati nel tempo da storie popolari e leggende, alcune note, altre meno. Incarnazioni di diverse indoli, i nostri sei animali conosciuti da vicino sono modelli a cui ispirarsi anche per essere più sostenibili. È stato predisposto anche un piccolo e simpatico test di personalità sul sito.

Sul calendario, come sempre, sono state indicate anche le varie ricorrenze laiche, anche il 19 gennaio, la giornata di inaugurazione delle manifestazioni di Matera 2019 Capitale della Cultura Europea. La scelta del tema è stata anche per omaggiare lo storico risultato di una delle capitali del territorio delle gravine.

Le gravine sono già valorizzate dal lavoro costante e instancabile di decine di associazioni. A cominciare dal Parco delle Gravine e da chi lo anima, dal WWF impegnato con Uppark, sul calendario sono state inserite (spesso a loro insaputa) molti gruppi impegnati nel difficile lavoro di tutela e di valorizzazione. Un omaggio a coloro che si impegnano per la salvaguardia del territorio.

Il calendario è gratuito e si può richiedere qui, fino ad esaurimento.

Fonte: Calendario Serveco